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Iran/Proteste nelle città: violente repressioni e diversi morti

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Migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni di protesta ieri sera in almeno 23 città dell’Iran. In molti posti sono state imposte restrizioni all’uso di Internet, ma arrivano notizie di violente repressioni e diversi morti.

Testimoni a Teheran riferiscono che la gente ha manifestato sempre più “senza paura”, mentre dalla provincia arrivano racconti di scene “da guerra civile”. Gli attivisti anti regime avevano convocato una protesta a livello nazionale fra martedì e giovedì, per commemorare il “novembre di sangue” del 2019 quando centinaia di persone vennero uccise nella violenta repressione delle manifestazioni.

Manifestanti avrebbero dato alle fiamme la casa museo del fondatore della Repubblica Islamica, ayatollah Ruhollah Khomeini, nella sua città natale di Khomein. Lo riferisce al Arabiya, citando immagini apparse sui social.

In un video girato a Teheran, la folla urla slogan contro i leader religiosi. “Questo è l’anno del sangue, verrà rovesciato”, si sente gridare, in riferimento al leader supremo Ali Khamenei, successore di Khomeini. Secondo l’agenzia stampa semi ufficiale iraniana Fars, cinque membri delle forze di sicurezza sono morti durante le proteste di ieri.

L’attuale ondata di proteste, con molte donne a capo scoperto, è partita dalla morte della giovane Masha Amini, deceduta il 16 settembre dopo l’arresto perché aveva mal indossato il velo.