(Adnkronos) – E’ appannaggio del mondo ferrovie oltre il 50% delle risorse stanziate con il cosiddetto Fondo per le opere indifferibili, istituito dal governo Draghi, con complessivi 8 miliardi, per impedire che i rincari di materiali ed energia facessero naufragare la realizzazione di opere fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare. Le risorse erano state pensate per mettere in sicurezza i target e i milestones dell’anno corrente; quindi, sono riservate alle opere le cui procedure di affidamento siano state avviate in un arco di tempo circoscritto: dal 18 maggio al 31 dicembre 2022.
Due i canali di accesso alle risorse: una procedura ordinaria e una semplificata. Quella ordinaria implicava una istanza e la successiva valutazione. Quella semplificata è stata pensata appositamente per i comuni, per rendere immediati questi trasferimenti. Lo scivolo pensato per gli enti locali prevede una preassegnazione automatica di una determinata percentuale in più per ogni tipologia di intervento.
Complessivamente questi incrementi sono costati, tra Pnrr e Pnc, oltre 1,9 miliardi. Recentemente, con un decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 novembre 2022, sono state invece assegnate le domande ammesse a seguito della procedura ordinaria. Il decreto ha reso noti i beneficiari di oltre 6,1 miliardi. Chi sono gli enti che si sono aggiudicati le risorse? Una elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata su dati Mef ha messo in evidenza che il grosso delle risorse extra, stanziate per compensare gli aumenti di prezzi di materiali e i costi energetici, sono stati destinati ad opere legate alle linee ferroviarie del paese (oltre 4,5 miliardi).
Le Regioni hanno ottenuto poco meno di 590 milioni, ai Comuni (oltre ai quasi 2 miliardi assegnati in automatico) sono andati altri 236,4 milioni. Quasi 95 milioni destinati al comparto sanità, oltre 86 milioni per l’Anas, più di 70 milioni per soggetti riconducibili al mondo dell’edilizia popolare, quasi 67 milioni per i consorzi di bonifica, oltre 46 milioni per le città metropolitane, quasi 25 milioni per i ministeri e circa 22mila euro per le Province. Altri 362 milioni sono andati a soggetti altri, non riconducibili alle categorie individuate.
L’opera che in assoluto si è aggiudicata il contributo aggiuntivo più cospicuo è quella denominata ‘connessioni diagonali’. Questa voce rientra tra gli investimenti sulla rete ferroviaria e prevede la realizzazione di 87 km di linea ferroviaria ad alta velocità, fruibili sia per il trasporto passeggeri che per quello merci, su linee di connessioni tra territori che al momento risultato poco collegati.
Le linee che verranno potenziate sono quelle diagonali, permettendo una connessione migliore tra la parte occidentale e orientale del territorio italiano. Nello specifico, saranno realizzate le linee Roma-Pescara, Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia. Nel Pnrr erano stati previsti costi per 1,58 miliardi per completarle ma, alla luce dei rincari, il governo ha stanziato altri 732 milioni e 376.419 euro.
Analizzando le percentuali di incremento preassegnate agli enti locali per le singole tipologie di intervento, emerge che ai Comuni che si sono aggiudicati i fondi per gli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico è stato attribuito un 25% in più. Più 20%, invece, per i progetti finanziati nell’ambito del Programma innovativo della qualità dell’abitare, per i vincitori del bando attrattività dei borghi, per quello volto alla valorizzazione di parchi e giardini storici e quello per rendere più efficienti, dal punto di vista energetico, cinema, teatri e musei.
Ammonta al 20% in più anche l’incremento del contributo assegnato ai Comuni vincitori dei progetti per lo sviluppo del trasporto rapido di massa (metro, tram, autobus). Più 15% per gli investimenti in soft mobility (Piano nazionale delle ciclovie).
L’incremento vale il 10% in più, invece, per: i beneficiari dei fondi per i progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni; il piano per l’estensione del tempo pieno e mense; il piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica; il piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia; la strategia nazionale per le aree interne, Infrastrutture sociali; la valorizzazione dei beni confiscati dalle mafie; l’investimento 3.1 Sport e inclusione sociale.