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Ponte Messina, Salvini: “Non ci sarebbero rischi con i terremoti”

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(Adnkronos) – Per la struttura del futuro Ponte sullo Stretto “ingegneristicamente non ci sarebbe alcun rischio sismico. Anzi, una struttura così alta ed elastica assorbirebbe” un eventuale terremoto. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio Capital. “La questione – ha sottolineato il ministro – è trovare invece i quattrini per unire in maniera stabile la Sicilia all’Italia e su questo stiamo lavorando”.  

Parlando poi del caso Cospito “non commento le dichiarazioni di Donzelli né quelle di Serracchiani”, ha detto Salvini, la situazione “non mi appassiona. Va superata, andare muro contro muro – ha scandito – non serve all’Italia, alla giustizia, a Cospito, a nessuno. Parlo con le persone che incontro e mi parlano di stipendi e di mutui aumentati. Non ho trovato nessuno che mi ha parlato di Cospito. Spero si sia arrivati alla fine, la polemica – ha insistito – deve terminare da ambo le parti”, ha aggiunto, spiegando come “mi preoccupa il clima. Chi nel 2023 attacca la polizia, i carabinieri, le forze dell’ordine, lancia le bottiglie molotov e all’università inneggia alle Br e agli anni di piombo è da curare. E’ una situazione da tenere sott’occhio”. 

Quanto alle condizioni di Cospito, ha detto ancora Salvini, “ogni vita che viene meno mi preoccupa, ma in questo momento è una sua scelta. Il regime del 41 bis non è deciso dalla politica, ma dai giudici che ci stanno ragionando. Nasce per isolare chi non deve dare messaggi all’esterno” a “pseudo anarchici che infangano gli ideali dell’anarchia, che non devono mai sfociare nella violenza”. 

Il vicepremier è tornato poi a parlare anche di immigrazione puntando il dito contro “alcune Ong” che secondo Salvini “sono traghetti per i migranti, ma – ha affermato – non tutte sono uguali. C’è qualcuno che lo fa per salvare vite, altri per guadagnare quattrini. Ci sono associazioni alle quali bisognerebbe erigere monumenti, altre cercano il business. Ogni persona messa su un barchino o su un barcone – ha affermato -vale dai due ai 5mila dollari, con cui si comprano armi e droga”. Per cui, ha aggiunto, “salvare un naufrago non lo dice solo la legge del mare, lo dice il buon senso. Il problema è che più navi Ong ci sono in acqua, più scafisti sono invogliati ad affondare. La situazione va controllata, limitata e condivisa a livello europeo”.