(Adnkronos) – E’ poco più che una ragazzina e nei giorni scorsi ha già dovuto fare i conti con gli effetti del cyberbullismo. Protagonista una giovanissima studentessa di una scuola del torinese che nei giorni scorsi si è vista protagonista di un video dai contenuti sessuali espliciti che girava sui telefonini dei compagni. Nel video il volto della ragazza non e’ riconoscibile, ma tra i ragazzi è cominciata a girare la voce che la protagonista fosse lei, che è diventata così vittima di insulti e commenti tanto da spingerla a confidarsi con un’insegnante che si è rivolta alla Polizia postale che ora sta indagando sull’accaduto. Una storia, raccontata questa mattina dal vicequestore della Polizia postale torinese, Assunta Esposito, intervenuta alla presentazione del progetto ‘SmartBus’, lanciato oggi a Torino da Huawei e Parole O_Stili, iniziativa che fino a giovedì nel capoluogo piemontese offrirà sessioni gratuite di formazione a studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado con l’obiettivo di stimolare un adeguato livello di consapevolezza personale sul tema della sicurezza su Internet e sulle opportunità e i rischi legati all’utilizzo degli strumenti digitali.
“Adescamento online, cyberbullismo, porno revenge sono sempre più all’ordine del giorno – ha spiegato il vicequestore – la vittima del video ha negato di essere la protagonista ma il fatto l’ha gettata in un grande sconforto, abbiamo sentito i genitori per la denuncia. Chi aveva ricevuto il video, invece di cancellarlo, lo ha diffuso tramite i social, magari senza nemmeno essere pienamente consapevole delle conseguenze, ma questo dimostra che sulla questione c’è ancora molto da fare e spingere sulla prevenzione nelle scuole è molto importante”.
Secondo un’indagine Ipsos-Changes Unipol del 2022, i cui dati sono stati richiamati in occasione della presentazione del progetto ‘SmartBus’ il 30% degli italiani non percepisce il cyber risk come un pericolo, mentre il 17% dei cittadini non è in grado di valutare questo rischio e le relative conseguenze, evidenziando poca consapevolezza e molta vulnerabilità. Quanto all’adozione di misure per proteggersi dai rischi informatici, oltre 1 italiano su 2 cerca di contrastare il cyber risk fornendo solo i dati indispensabili ed evitando la condivisione di foto, pratica invece molto comune tra i più giovani che manifestano una bassissima percezione del rischio correlato alla pubblicazione di immagini proprie sui social network.
Sempre nel 2022 la Polizia Postale e i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica hanno registrato un aumento dei soggetti (persone o siti web) individuati e denunciati per reati connessi ad abusi tecnomediati a danno di minori. In particolare, l’adescamento online ha coinvolto maggiormente la fascia dei pre-adolescenti (10-13 anni). Mentre i casi di cyberbullismo, in leggera diminuzione, hanno interessato principalmente la fascia di età 14-17 anni.