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Studente aggredito a Bologna, la testimonianza: “Agguato vigliacco”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “Ricordo il primo cazzotto, me lo hanno dato di spalle, che mi ha fatto volare gli occhiali. Non vedevo più nulla. In quel momento una ragazza mi è venuta addosso, mi urlava insulti, mi sputava. Quella che abbiamo subito è stata una aggressione premeditata, ma a Bologna si sa come stanno le cose. Se appartieni a una parte politica le aggressioni subite non fanno clamore. E’ il solito doppiopesismo, ma se pur con un anno di ritardo riesce a farsi strada anche la nostra vicenda, è bene; meglio tardi che mai”. A parlare all’Adnkronos è Leonardo (…), esponente del movimento studentesco “Azione Universitaria”, vittima dell’aggressione subita il 19 maggio scorso davanti alla facoltà di via Zamboni, al termine dello spoglio delle elezioni universitarie. Oggi la conclusione delle indagini e l’iscrizione di otto ragazzi, tra i quali anche una ragazza, nel registro degli indagati. 

“E’ bene che la gente sappia che qui il clima non è dei migliori – continua – sia dentro le scuole, nelle università, sul territorio. Noi siamo cresciuti con la giusta logica di non reagire, di non provocare; loro si reputano padroni delle università e di alcuni locali e secondo la loro logica chi la pensa in modo diverso da loro non può mettere piede in alcuni spazi dell’ateneo. Si ritengono sopra ogni legge, e si sentono legittimati a fare quello che hanno fatto, rivendicandolo senza alcun timore anche sui social. Travisano la realtà e legittimano la violenza con lo slogan ‘abbiamo cacciato i fascisti dalla zona universitaria”.  

“Quanto accaduto è fuori dal mondo, io non mi reputo assolutamente fascista, utilizzano quella parola solo perché fa scalpore nell’opinione pubblica ma non credo che ne conoscano nemmeno il significato” aggiunge, sottolineando di non aver ricevuto solidarietà dagli ambienti universitari. “A me personalmente non è arrivata alcuna dimostrazione di solidarietà – conclude Leonardo con l’Adnkronos -Se si sono dissociati, forse è stato dichiarato qualcosa informalmente senza farci recapitare nulla. Fosse andata all’inverso, come minimo saremmo quasi finiti in galera, la vicenda sarebbe finita su tutti i giornali, come successo a Firenze”. 

(di Silvia Mancinelli)