(Adnkronos) – Ventuno articoli e tre passaggi: Cdm, Parlamento e via libera definitivo. Un timing di 24 mesi per l’adozione dei decreti delegati. E’ la riforma del fisco targata Meloni, ormai prossima ad approdare in Cdm, probabilmente già la settimana prossima. L’articolo 5 – si legge nella bozza visionata dall’Adnkronos – interviene sull’Irpef “nel breve periodo con la transizione a 3 scaglioni e aliquote più basse” ma “come obiettivo di legislatura” il governo indica la “flat tax per tutti”.
Si prevede, inoltre, la revisione della tax expenditures, “con ipotesi di forfetizzazione per scaglioni di reddito”. Si introdurrà, inoltre, “l’equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati” e “l’estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti”. Sui redditi delle società, il governo prevede una “nuova Ires a due aliquote” per rendere “il nostro sistema fiscale maggiormente attrattivo”. All’aliquota ordinaria del 24% viene infatti affiancata una ridotta per due anni diretta a chi fa “investimenti qualificati e/o genera nuova occupazione”. In sintesi, riporta la bozza, “chi più assume e investe meno paga”. Obiettivo è “favorire la capitalizzazione delle imprese stabilite in Italia” ma anche “premiare chi investe in nuova occupazione e in beni strumentali innovativi e/o qualificati in un breve arco di tempo”.
La riforma prevede poi “la razionalizzazione del numero e delle aliquote Iva, nonché della disciplina delle operazioni esenti, secondo i criteri Ue al fine di prevedere una maggiore omogeneizzazione del trattamento Iva per i beni e i servizi similari”, la “revisione della disciplina della detrazione”, nonché la semplificazione e velocizzazione delle “procedure relative ai rimborsi”. Previsto inoltre il graduale “superamento dell’Irap” attraverso l’introduzione “di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires (per garantire i livelli di finanziamento della spesa sanitaria)”.