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Salario minimo, Schlein ‘chiama’ opposizioni a battaglia comune

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(Adnkronos) –
Salario minimo come collante su cui testare la possibilità di costruire un’opposizione unica. Il tema mette tutti d’accordo, dal Pd al M5S, dal Terzo polo all’alleanza Verdi-Sinistra. Lo definiscono “il nostro cavallo di battaglia”, il “tema fondante”, da una parte e dall’altra. Le differenze tra le diverse posizioni si giocano sul filo dei centesimi, tra chi propone 9 e chi 10 euro l’ora. Ma insomma, potrebbe davvero concretizzarsi la prima posizione unitaria delle opposizioni da inizio legislatura se addirittura Calenda ha auspicato una battaglia comune, anche con il M5S, sul salario minimo a 9 euro.  

La chiamata alle armi parte da Elly Schlein che, in occasione del question time alla presidente del Consiglio, interroga Giorgia Meloni proprio su salario minimo, chiedendo “dignità per chi lavora” e di “approvare subito un salario minimo e un congedo paritario”. Certo, una manciata di minuti prima dell’intervento della segretaria del Pd, a question time iniziato, arriva il tweet di Giuseppe Conte ad annunciare la calendarizzazione della proposta sul salario minimo targata M5S, e adesso “vedremo chi è contrario, chi è per il sì, chi per il nì”, scrive il leader dei grillini.  

Un tentativo di ribadire la paternità della battaglia? Schlein, a cui i cronisti chiedono del tweet di Conte, risponde rilanciando la volontà di provare a unire le opposizioni. “Ho voluto ribadire in aula che sul tema del salario minimo anche le altre opposizioni hanno presentato proposte, che sono state respinte dalla maggioranza. Auspico da tempo che su questo terreno ci sia una convergenza con tutte le altre opposizioni per fare insieme una battaglia in Parlamento e nel Paese”.  

Per Schlein la chiusura sul salario minimo, ribadita oggi in aula dalla premier Meloni, rappresenta una spinta ulteriore a fare fronte comune. “Ci sarà modo di confrontarci per portare avanti una battaglia insieme visto anche la risposta data da Meloni oggi che è stata negativa”.  

Per il capogruppo M5S alla Camera, Francesco Silvestri, si tratta semplicemente di “voler vedere oggettivamente con quante forze si combatte una battaglia. Noi lo dobbiamo sapere”, visto che nella scorsa legislatura, ricordano tra i pentastellati, la convergenza sul salario minimo con il Pd non si era trovata, ma in fin dei conti ora più si è, meglio è. E i tempi, dicono, sembrano maturi per una battaglia comune, visto quanto sembra tenerci la segretaria dem. Ne è convinta Vittoria Baldino: “Credo che ora i tempi siano i maturi perché sembra che la nuova segretaria sia convinta a proseguire su questo tema e noi siamo molto felici perché sono anni che cerchiamo questa convergenza”. 

E ne sono convinti anche i Verdi e Sinistra italiana: per loro, dicono, il salario minimo (da portare avanti insieme con la riduzione dell’orario di lavoro) è assolutamente il tema su cui costruire una convergenza non solo auspicabile ma necessaria. Tanto che il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni si rivolge direttamente a Schlein e Conte: “dico a Giuseppe e Elly che sarebbe utile incontrarsi, discutere e costruire una grande battaglia comune. Facciamolo. Sarebbe il primo passo di una fase nuova, una fase che abbia al centro la vita concreta di milioni di persone”.