Venti tempestosi su Palazzo Vecchio: il sindaco ha fatto fuori l’assessora Cecilia Del Re e si è preso le deleghe dell’ urbanistica. Non è bastata la retromarcia dell’assessora che ieri aveva spiegato di avere accennato ai giornalisti alla possibilità di fare passare la tramvia dal Duomo come mera ipotesi per risolvere il problema dell’isolamento del centro e del suo spopolamento, turisti a parte. Il sindaco voleva da lei una smentita secca, di poche righe. Secondo lui non c’era nulla da spiegare: l’assessora doveva solo fare l’autodafé e chiedere scusa.
Nardella non sapeva come liberarsi di Del Re e ha approfittato dell’approvazione in Consiglio del piano strutturale curato dalla stessa Del Re per fare scattare la trappola. Il sindaco non ha preso la parola nel dibattito, cosa di per se’ significativa visto che era in gioco il disegno della Firenze futura; ha lasciato che fosse l’assessora a prendersi la scena e poi è partito all’attacco. Non solo sulla tramvia, perché ha accusato Del Re di procedere per suo conto, senza tener conto degli impegni presi dalla giunta nel suo insieme, perseguendo obiettivi di carattere personale.
La verità è che Nardella non l’aveva mai scelta, ma subìta. Dopo due elezioni in cui Del Re aveva fatto il pieno di preferenze, battendo tutti gli altri candidati del Pd. Era cominciata così una sorta di guerra sorda, tutt’altro che fredda: al secondo mandato il sindaco le aveva tolto la delega allo sviluppo economico e al commercio (un serbatoio di voti) spostandola all’urbanistica e all’ambiente, a metà mandato poi le aveva sottratto anche l’ambiente per assegnarlo al neo assessore Andrea Giorgio, della sinistra del partito e con parecchi sostegni a Roma.
Ma Nardella sapeva che Del Re voleva candidarsi a sindaco cercando di vincere le primarie cittadine e ha giocato d’anticipo: via dalla giunta e ai margini del partito, con il marchio della ribelle ambiziosa. E lei ora che farà? Sicuramente in queste ore si sarà convinta che in politica non sono sufficienti le competenze specifiche. Difficile prevedere che possa restare nel Pd a fare da comparsa. Pero un conto è avere comunque alle spalle la forza di un Pd volente o nolente e un conto è farsi largo libera ma a spalle scoperte. Del Re resta in Consiglio comunale e lì deciderà il da farsi.
A prescindere dai desiderata di Nardella, che nel Pd nazionale ha sbagliato cavallo puntando su Bonaccini, sconfitto nella corsa alla segreteria, ma che adesso sta cercando di recuperare in tutti i modi con la vittoriosa Elly Schein. Magari anche una poltrona di assessore può servire alla bisogna…