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Covid, Schillaci: “Pronti a nuove emergenze con piano, vaccini e scorte”

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(Adnkronos) – Mentre Covid sembra battere in ritirata “dobbiamo prepararci ad affrontare possibili emergenze future, non tralasciando nulla in termini di adeguamento dei piani e allocazione e gestione delle risorse. Nel gennaio 2021 è stato aggiornato il piano pandemico e sono state effettuate le esercitazioni previste. Abbiamo inoltre aderito al joint procurement europeo sui vaccini influenzali pandemici per non trovarci scoperti nella malaugurata ipotesi di una nuova emergenza, e stiamo collaborando con la nuova Agenzia delle emergenze europea (Hera) sulla messa a punto delle scorte di prodotti necessari a fronteggiare qualsiasi emergenza”. Lo sottolinea il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento a Bergamo per le celebrazioni della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus. “Verso la fine dell’anno, poi – aggiunge – aggiorneremo il piano pandemico influenzale estendendo le indicazioni ad altri patogeni respiratori”. 

Gli operatori sanitari, ricorda poi Schillaci, “sono stati celebrati come eroi del Covid, e in effetti continuano ad esserlo con discrezione ogni giorno, in tutti gli ambiti in cui hanno cura di noi. Per questo fa male quando subiscono aggressioni”, ha rimarcato Schillaci. “Abbiamo perso familiari, amici, conoscenti. Ma anche molti professionisti sanitari e sociosanitari che hanno combattuto contro il Covid-19 fino allo stremo delle forze, fino al sacrificio della vita – ha ricordato il ministro – Con uno sforzo immane e abnegazione, medici, infermieri, operatori sociosanitari, giorno e notte, si sono prodigati per assistere i malati di Covid-19”.  

Schillaci stigmatizza gli episodi di violenza verso i sanitari, finiti anche di recente alla ribalta delle cronache ed evidenzia il lavoro quotidiano e silenzioso degli operatori. “Anche questo non va dimenticato – ammonisce – perché, come abbiamo detto con la nostra campagna di sensibilizzazione, ‘la violenza non cura’: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, sì”.  

“Con cauto ottimismo iniziamo a guardare al futuro e a lasciarci la pandemia ormai alle spalle”. E’ l’invito del ministro della Salute Orazio Schillaci, oggi a Bergamo per le celebrazioni istituzionali in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus. L’obiettivo è voltare pagina senza smettere di vigilare. Lo si continuerà a fare, pur snellendo le modalità con cui si segue l’andamento di Covid. “Monitoriamo con attenzione sia l’andamento epidemiologico che la circolazione delle nuove varianti – spiega Schillaci – semplificando la lista degli indicatori utilizzati settimanalmente dalla cabina di regia”. 

“Il Covid-19 ha messo in ginocchio la nostra nazione anche sul piano sociale ed economico e questo Governo ha dovuto impegnarsi da subito nel dare risposte a sostegno di famiglie e imprese che ancora scontano le conseguenze della pandemia. Un impatto che non ha risparmiato la sanità, con ripercussioni sulle strutture sanitarie e sociosanitarie. Per questo abbiamo aumentato il Fondo sanitario nazionale, prevedendo una quota di risorse destinate a far fronte al caro energia. Si può fare di più? Certo. Ma dato il contesto di difficoltà economica, aggravata anche dalla guerra in Ucraina, si è fatto molto. Dopo dieci anni di continui tagli alla spesa sanitaria, abbiamo aumentato le risorse del Fsn per gli anni 2023-2024-2025”.  

“L’Italia – ricorda – nelle prime fasi dell’emergenza ha reagito attivando misure di emergenza per aumentare i posti letto di terapia intensiva e semintensiva, potenziare la disponibilità di ventilatori e dispositivi di protezione individuale. Poi è arrivato il lockdown e tutti abbiamo dovuto dare il nostro contributo per contenere il virus rispettando le norme di protezione e di distanziamento sociale”. Complici le restrizioni dunque, “l’emergenza Covid ha segnato anche una battuta d’arresto alle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale: milioni di ricoveri, visite, screening oncologici non effettuati. A sostegno delle le Regioni impegnate a ridurre le liste d’attesa e a recuperare le prestazioni perse – rimarca il ministro – abbiamo garantito i fondi necessari e il massimo supporto nell’attuazione dei piani operativi”.  

“Nella sua tragicità – osserva Schillaci – l’emergenza ha rafforzato la consapevolezza di quanto sia essenziale tutelare il diritto alla salute che i nostri Padri Costituenti hanno riconosciuto come diritto fondamentale. Avendo come faro sempre l’articolo 32 della Costituzione, siamo impegnati a curare le ferite inferte dal coronavirus per rendere più resiliente il Servizio sanitario nazionale e superare disuguaglianze ancora esistenti”.  

“Il Covid – prosegue il ministro – ha insegnato che per rafforzare il Ssn si deve investire in via prioritaria sul personale valorizzandolo sia in termini di trattamento economico che professionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva. Ha insegnato che occorre rivedere i modelli organizzativi accelerando il processo di potenziamento dell’assistenza territoriale, realizzare concretamente la sanità di prossimità e riportare l’ospedale alla sua precipua funzione che è quella di gestire le urgenze e le complessità. La riforma della medicina del territorio è centrale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”, il Pnrr, “con 7 miliardi di investimento; la Missione 6 prevede anche di rendere strutturali le misure assunte in emergenza – sottolinea – dotando il servizio sanitario di 3.500 posti letto di terapia intensiva e 4.225 posti letto di terapia semi-intensiva. Al 31 gennaio 2023, sono stati realizzati oltre il 40% dei posti letto di terapia intensiva programmati”. 

E’ poi “fondamentale – aggiunge Schillaci – continuare a investire nella ricerca e nell’innovazione tecnologica per migliorare la cura e l’assistenza sanitaria. La ricerca ci ha dato i vaccini anti Covid-19; le nuove tecnologie e la telemedicina, già durante l’emergenza sanitaria, si sono dimostrate fondamentali nella gestione a domicilio dei pazienti cronici, dei pazienti oncologici. Proprio pochi giorni fa è stato firmato l’accordo per la piattaforma nazionale di telemedicina e sono stati ripartiti i fondi destinati alle Regioni per attuare gli obiettivi di assistenza domiciliare integrata previsti nel Pnrr”.  

“Accanto ciò – ribadisce – stiamo lavorando per risolvere il problema della carenza di personale e per assicurare un efficace funzionamento delle strutture territoriali finanziate dal Pnrr (Case della comunità, Centrali operative territoriali, Ospedali di comunità)”. 

Il ministro guarda positivamente alla situazione italiana oggi: “Abbiamo un’incidenza inferiore a 50 casi per 100mila – evidenzia – e tutti gli indicatori mostrano una tendenza alla decongestione delle strutture sanitarie e viviamo una nuova fase di normalizzazione”. Un cenno infine anche ai vaccini per ricordare che “prosegue l’offerta vaccinale per i più fragili e gli anziani”.