Con un voto all’unanimità il comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Fomc) ha deciso di continuare con i rialzi dei tassi, ritoccando di 25 punti il tasso di riferimento e anticipando la possibilità di “un certo irrigidimento, adeguato per raggiungere una posizione sufficientemente restrittiva” così da riportare l’inflazione al 2%.
“Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente” anche se “è probabile che i recenti sviluppi si traducano in condizioni di credito più restrittive per le famiglie e le imprese e pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione” scrive il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, nel documento conclusivo della riunione. Il comitato segnala comunque che “l’entità di questi effetti è incerta” e ribadisce di restare “molto attento ai rischi di inflazione”.
Nello scenario incerto aperto dalle ultime tensioni bancarie e da un’inflazione più ‘tenace’ il Fomc ha rivisto le proprie stime per il triennio 2023-25. Per l’anno in corso la previsione media di crescita del Pil viene abbassata a +0,4% (era +0,5% a dicembre) mentre l’inflazione ‘core’ (cioè depurata da prodotti energetici e alimentari) viene rialzata di 0,1 punti al 3,6%. Quanto ai prezzi al consumo generali l’andamento è rivisto al rialzo di 0,2 punti al 3,3% mentre il tasso di disoccupazione viene ulteriormente abbassato al 4,5%.
Per il 2024 i dati di Pil, inflazione core e disoccupazione sono rispettivamente +1,2% (0,4 punti su dicembre), 2,6 e 4,6%. Quanto al livello dei tassi, la maggior parte dei membri del Fomc ‘vede’ solo un altro rialzo di 25 punti, che porterebbe il range fra 5 e 5,25%. Mentre per il 2024 la gran parte dei partecipanti stima un netto calo, in media di 75 punti.