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Russia presidente di turno Consiglio sicurezza Onu: cosa succede, gli scenari

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(Adnkronos) – La Russia assume oggi la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e non è un pesce d’aprile, “il livello di assurdità raggiunge nuove vette”. Così commenta il rappresentante ucraino al Palazzo di Vetro, Sergiy Kyslytsya, mentre il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba parla di “uno schiaffo in faccia alla comunità internazionale”, la presidenza russa ci ricorda che “c’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui funziona l’architettura di sicurezza internazionale: uno stato che distrugge sistematicamente la pace e la sicurezza internazionali presiederà l’organismo incaricato di mantenerli”.  

Ognuno dei 15 membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu – i 5 permanenti e i dieci a rotazione – presiede a turno l’organsimo, seguendo l’ordine alfabetico, e non ci sono circostanze codificate, ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, che lo possano impedire. La Russia lo ha presieduto l’ultima volta nel febbraio dello scorso anno, il mese in cui ha lanciato la guerra in Ucraina.  

Torna a presiederlo da oggi, mentre Vladimir Putin è stato nel frattempo raggiunto da un mandato di arresto della Corte penale internazionale per la deportazione forzata di bambini ucraini e ha annunciato il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. 

Al di dà della situazione paradossale, secondo gli analisti per Mosca ci sono più svantaggi che benefici. “Credo che la gente la veda nel modo sbagliato. Penso che bisognerebbe capire che questo mese è più un mal di testa che un vantaggio per i russi – ha commentato con The Voice of America Richard Gowan, direttore delle Nazioni Unite per l’International Crisis Group – Se tenteranno di usare la presidenza per cercare di creare problemi agli ucraini, o per spingere la loro narrativa sulla guerra, otterranno solo un enorme contraccolpo”. 

La presidenza di turno non prevede prerogative speciali, ma l’ambasciatore russo all’Onu, Vasili Nebenzia, ha messo le mani avanti, sostenendo che questo permetterà di “supervisionare” alcuni dibattiti, tra cui quello sul controllo degli armamenti. In questo modo, sarà sollevata la necessità di “un nuovo ordine mondiale” per “sostituire l’ordine unipolare”, ha detto alla Tass.  

“Purtroppo la Russia è un membro permanente del Consiglio di sicurezza, quindi non c’è alcun modo pratico a livello legale per evitare” che eserciti la presidenza di turno, ha commentato la portavoce della Casa Bianca, Karin Jean-Pierre, convinta che Mosca ne approfitterà per “diffondere disinformazione” e giustificare l’invasione dell’Ucraina. Intanto la Russia presenterà lunedì il suo programma di lavoro. Tra gli incontri già in agenda, un dibattito a livello ministeriale presieduto dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sulla difesa della Carta dell’Onu, che Mosca è accusata di continuare a violare per l’aggressione all’Ucraina, e uno sul tema della deportazione dei bambini ucraini in Russia, che era già in programma prima del mandato di arresto emesso contro Putin.  

Qualcuno ha proposto di boicottare la presidenza russa e circola una petizione online con la richiesta ai Paesi membri del Consiglio di sicurezza. In effetti c’è un precedente e, ironia della sorte, a boicottare i lavori al Palazzo di Vetro fu l’allora Unione Sovietica, che, nel 1950, non si presentò per sei mesi alle riunioni: motivo, il riconoscimento all’Onu della Repubblica popolare cinese al posto del governo nazionalista. Rientrarono in coincidenza con l’inizio della loro presidenza e il motivo per cui lo fecero, ricorda Security Council Report, “è che durante la guerra di Corea passarono tutte le votazioni sull’impegno delle Nazioni Unite perché loro non erano presenti per porre il veto. Così capirono che era svantaggioso per loro non essere seduti in Consiglio”. 

A proposito di precedenti, nella storia più recente solo una volta un Paese non ha esercitato la sua presidenza di turno, e fu il Ruanda. Secondo il Security Council Report, think tank che studia la trasparenza e l’efficacia del Consiglio di sicurezza, avvenne nel 1994, dopo il genocidio ruandese. Membro non permanente, il Ruanda lasciò il seggio vacante per sei settimane dalla metà di luglio, quando venne eletto presidente Pasteur Bizimungu, a settembre, quando il Paese avrebbe dovuto assumere la presidenza.  

“Ma il nuovo governo si era appena insediato, non avevano avuto il tempo di prepararsi – spiega Security Council Report – Avevano appena vissuto il genocidio e avevano un nuovo governo. Così, hanno saltato il Ruanda e il seggio è andato alla Spagna, che era la successiva in ordine alfabetico”. Il Consiglio decise comunque che Kigali avrebbe avuto la sua occasione e, una volta completata la rotazione in ordine alfabetico, assunse la presidenza nel dicembre del 1994. Nulla di tutto questo è paragonabile al caso attuale della Russia, che, insistono fonti diplomatiche, può far poco per sfruttare la sua posizione come presidente del Consiglio di sicurezza: “Non è come il G20 o il G7 o la presidenza dell’Ue, dove hai un anno o sei mesi in cui puoi proporre la tua agenda”. “Penso che questo ruolo sia un po’ sopravvalutato”, chiosa Gowan.