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Terzo Polo, le cifre di un ‘divorzio’ milionario

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(Adnkronos) –
Un matrimonio “che non s’ha da fare”, ma che nemmeno si può sciogliere completamente (almeno per il momento). Ci vuole un bravo divorzista per gestire la separazione Azione-Iv, perché tra i temi di frizione più accesa c’è quello dei finanziamenti dei due partiti e quello da assicurare al partito unico del Terzo polo, mai nato. Un tema delicato, molto divisivo. Che può spiegare il perché, per ora, in Parlamento Azione e Italia viva continueranno a restare insieme.  

I due partiti hanno a lungo discusso, prima della rottura, di soldi. La proposta di Calenda era: gettone di ‘ingresso’ di 200mila euro e 70% delle donazioni del 2xmille dal secondo semestre del 2023 al partito unico. Ma, ha poi messo il carico Calenda, “Renzi era indisponibile a prendere ‘commitment’ per passare le risorse di Italia viva al nuovo partito”. 

Iv ha però sempre respinto l’accusa di avere il ‘braccino corto’: “Italia viva ha già versato al progetto del Terzo Polo 1mln e 200mila euro. Soldi impiegati nella stragrande maggioranza dei casi per affissioni recanti il volto e il nome di Calenda”, ha chiarito il tesoriere Francesco Bonifazi. L’ordine di grandezza della discussione si comprende scorrendo l’elenco dei beneficiari del 2xmille dei contribuenti per il 2022. Un ‘tesoretto’ che vede Azione terzo partito in Italia (dopo Pd e FdI, prima della Lega) con 1.256.466 euro ricevuti da poco meno di 50mila sostenitori. 

Italia viva lo tallona, con 973.345 euro frutto però 52.693 “scelte valide”, un numero di un soffio superiore a quello fatto registrare da Calenda. Ma la voce grossa nei bilanci dei partiti la fanno i Gruppi parlamentari. Si tratta di quel “contributo unico e onnicomprensivo” che pesa nell’ultimo bilancio della Camera (e solo della Camera) per 30.870.000 euro in totale.  

Sono previste regole stringenti (alla Camera, per esempio, vengono richiesti venti iscritti al Gruppo, con deroghe) ma “per l’esplicazione delle loro funzioni ai Gruppi parlamentari è assicurata la disponibilità di locali e attrezzature”, come recita il Regolamento di Montecitorio. Non solo, il contributo annuale “a carico del bilancio della Camera” copre “tutte le spese” e dipende dalla “consistenza numerica di ciascun Gruppo”. In soldoni, più il Gruppo è grande e più potrà contare su rimborsi consistenti.  

Nella scorsa legislatura, dove Iv era per conto suo e Azione parte del Misto, Italia viva ha dichiarato nel suo bilancio a Montecitorio alla voce attivo/passivo 604.960 euro, incassando come contributo della Camera 1.264.315 euro. Azione, che era “componente politica” del Misto con +Europa e Radicali Italiani, ha ricevuto 140mila euro di contributo a fronte di un avanzo/disavanzo di esercizio di 31.137euro. Al Senato Iv ha dichiarato un disavanzo di 91.509 euro a fronte di un contributo dal Senato di 1.220.953 euro. Azione, a palazzo Madama, aveva solo qualche senatore nel Misto che, in totale, ha ottenuto un contributo di 3.205.833 euro. A questo bisogna poi aggiungere le cariche nei vari organismi interni (Ufficio di presidenza, Giunte, Commissioni) assegnate in modo da rappresentare tutti i Gruppi, con Iv e Azione considerate ovviamente unica componente in questa legislatura (sino ad ora).