Les jeux sont faits. Dopo 48 ore di contatti, tentativi e limature, arriva la nota con cui la presidenza francese annuncia l’incontro, oggi all’Eliseo, tra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in arrivo a Parigi per spingere la candidatura dell’Italia a Expo 2030. Un appuntamento atteso, quello tra Macron e Meloni, al quale, sulla rotta Roma-Parigi, si lavora da giorni. E che arriva dopo la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella nella capitale francese il 7 giugno scorso.
Nel pomeriggio l’appuntamento nella sede presidenziale, per un bilaterale che segue il faccia a faccia di un mese fa, al G7 di Hiroshima, che ha segnato il disgelo tra i due leader, dopo mesi di incidenti e frecciate al vetriolo.
Sul tavolo, nella nota presidenziale, tra i temi che verranno affrontati figura anche “l’attuazione del Trattato del Quirinale”, siglato tra Italia e Francia nel 2021, quando al timone di Palazzo Chigi c’era Mario Draghi e i rapporti tra Italia e Francia procedevano a vele spiegate. Il documento prevede, tra le altre cose, che un membro dei due governi partecipi periodicamente a un Consiglio dei ministri dell’altro – difficile da immaginare nei giorni in cui i rapporti tra Roma e Parigi erano ad alta tensione – così da rinsaldare un’alleanza storica che ha messo a terra i semi della nascita dell’Europa.
Oltre al sostegno indiscusso dei due Paesi a Kiev, Macron e Meloni affronteranno i temi al centro del Consiglio Europeo in programma la prossima settimana e i dossier che verranno trattati al vertice Nato di Vilnius. L’appuntamento del 29 e 30 giugno a Bruxelles per Meloni ha il sapore della vera e propria sfida. Che gioca innanzitutto sul dossier delle rotte migratorie nel Mediterraneo, da riportare al centro del vertice anche alla luce del ‘caso Tunisia’ e della missione a sorpresa con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte. Un tema che verrà affrontato da Meloni anche giovedì, quando, terminata la missione parigina, la premier vedrà a Roma la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Migranti, dunque, ma non solo. E’ anche un altro il fronte aperto su cui Meloni può trovare sponda nella Francia di Macron, ovvero la partita della revisione delle regole europee del patto di stabilità e dei paletti fiscali ‘congelati’ causa pandemia. Su questo dossier, l’intesa tra Macron e l’ex premier Draghi era piena, sancita anche da una lettera a doppia firma in cui i due chiedevano nuove regole criticando duramente il patto di stabilità esistente.
Oggi la partita resta la stessa e si gioca contro il rigorismo dei tedeschi sui conti, a partire dal tentativo, che avvicina Roma e Parigi, di aggirare i veti sulla famosa regola del 3% puntando su golden rule e revisione del fiscal compact, all’insegna di quella maggiore flessibilità da sempre invisa alla Germania.
La missione della premier all’ombra delle Torre Eiffel vedrà, poi, protagonista la candidatura di Roma ad Expo 2030. Qui in campo c’è un altro asse, quello che Meloni ha costruito tendendo la mano ad un’altra candidatura dalla forte valenza simbolica: Odessa e un’Ucraina pronta a lasciarsi alle spalle la guerra e ad ospitare, tra 7 anni, la grande Esposizione che verrà. L’idea, lanciata da Meloni durante la visita a Kiev, è quella di un tandem che possa arrestare la corsa della favorita, Riad, forte e avvantaggiata delle risorse economiche messe in campo dai sauditi, che conta sul sostegno di Macron. A Parigi Meloni giocherà la sua partita, l’ultima per tirare la volata a Roma prima dell’appuntamento di fine novembre per lo showdown finale, quando i 179 Stati membri saranno chiamati a scegliere tra le quattro candidate, Roma, Odessa, Riad e Busan.