La Wagner ha avuto dalla Russia circa 86 miliardi di rubli (1 miliardo di dollari) in un anno. Ora, dopo la rivolta abortita e l’esilio di Evgheny Prigozhin, la compagnia di mercenari appare al capolinea. Il presidente russo Vladimir Putin ha di fatto graziato combattenti e comandanti, che potranno entrare nei quadri delle forze armate russe o trasferirsi in Bielorussia. La Wagner verrà sostanzialmente smantellata, dovrà cedere le armi pesanti alle forze regolari.
Il futuro della compagnia è un punto interrogativo. Il presidente russo Vladimir Putin, che nei suoi interventi pubblici non ha mai nominato Prigozhin, appare intenzionato ad archiviare un capitolo che comprende anche la Concord, la società di catering del capo della Wagner: l’azienda ha guadagnato altri 80 miliardi di rubli fornendo servizi di ristorazione all’esercito. “Spero che nessuno abbia rubato niente, ci occuperemo di tutto”, ha sottolineato il leader del Cremlino.
“Riguardo la Wagner, sapete che abbiamo sempre trattato combattenti e comandanti del gruppo con grande rispetto perché hanno realmente dimostrato coraggio ed eroismo”, ha aggiunto Putin.
“I nostri soldati, ufficiali dell’esercito russo, volontari hanno lavorato di condizioni di combattimento con non minore dedizione e – ha detto Putin secondo le dichiarazioni riportate dall’agenzia russa Tass – hanno anche dimostrato eroismo e abnegazione, ma anche coloro che hanno servito e lavorato per la Wagner sono stati considerati con rispetto nel Paese”.
La Wagner ha avuto un ruolo rilevante nella battaglia di Bakhmut. Il business dei mercenari, però, non è legato solo alla guerra in Ucraina. La fallita rivolta sta creando incertezza in quei Paesi africani i cui leader si sono rivolti al gruppo per rafforzare la loro presa sul potere. La prospettiva che l’organizzazione paramilitare possa essere smembrata avrebbe sicuramente conseguenze dirette su alcuni Stati africani e mediorientali, come fanno notare esperti della regione così come funzionari e analisti occidentali citati dal Washington Post.
Negli ultimi anni la Wagner ha fornito armi letali a “despoti” e “uomini forti” mentre realizzava i piani dell’agenda internazionale di Mosca. Nella Repubblica Centrafricana e in Mali, i due Stati africani dove l’organizzazione di Prigozhin è più radicata, nei giorni scorsi le chat di gruppo di WhatsApp e le conversazioni sono state dominate dai discorsi sulle possibili ricadute per i loro Paesi.
“Tutti hanno paura”, ha affermato un analista politico a Bamako, la capitale del Mali, che ha parlato a condizione di anonimato. “Tutti sanno che ciò che accade in Russia ci riguarderà”, ha aggiunto, mentre altre fonti sostengono che sia troppo presto per capire se la Wagner si ritirerà dall’Africa o se a Prigozhin sarà permesso continuare a gestire le operazioni dell’organizzazione oltre la Russia. Per ora, secondo testimoni e resoconti dei media, i mercenari del gruppo sono ancora visibili ai checkpoint e in altre installazioni di sicurezza in Africa.
Serge Djorie, ministro delle Comunicazioni della Repubblica Centrafricana, non ha risposto alle richieste di intervista, ma ha inviato una dichiarazione in cui ha accusato i media occidentali di aver causato “inutili attriti”.
“La Repubblica Centrafricana ha bisogno di pace, nient’altro che pace, con persone e Paesi disposti a dare il loro sostegno sincero allo sviluppo del suo popolo”, ha dichiarato. Il governo del Mali non ha risposto a una richiesta di commento.
Molti funzionari occidentali e autorità regionali sono scettici sul fatto che la fragile tregua raggiunta tra Prigozhin e il Cremlino possa durare a lungo, minacciando potenzialmente gli interessi della Russia in Africa e la stabilità dei suoi alleati. Secondo le fonti, tuttavia, le divisioni interne in Russia potrebbero fornire all’amministrazione Biden e ad altre potenze occidentali l’opportunità di ridurre l’influenza della Wagner.
Gli sforzi dell’Amministrazione Biden per recuperare terreno nei Paesi africani in difficoltà per le azioni di Prigozhin hanno già visto un viaggio lo scorso autunno di funzionari della Casa Bianca, del dipartimento della Difesa e del dipartimento di Stato in Mauritania, Mali, Niger e Burkina Faso. L’Amministrazione sta valutando la possibilità di fornire ai governi di quella regione aiuti per la sicurezza, sperando di poterli attirare fuori dall’orbita di Wagner. Ma il tentativo è complicato dai recenti colpi di Stato in alcuni Paesi del Sahel, tra cui il Burkina Faso, a cui – secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato – la Wagner sta già fornendo equipaggiamenti.