Due ventenni morti in un frontale a Jesolo, un 18enne vittima nel trapanese e quattro vittime in provincia di Caserta, tra cui un ragazzo di 18 anni. Sono solo alcuni degli incidenti stradali mortali che hanno segnato il finesettimana appena trascorso. Un ennesimo weekend di sangue sulle strade italiane. Un trend in crescita e che riguarda sempre di più i giovani tra i 18 e i 24 anni. ”Su questa fascia d’età abbiamo aperto un focus – spiega all’Adnkronos il direttore del servizio di Polizia Stradale Filiberto Mastrapasqua – perché l’incidentalità stradale è la prima causa di morte per le giovani generazioni”. E dai dati, al momento non consolidati, emerge che a provocare gli incidenti nel 37,2% dei casi è la distrazione. ”Si tratta di dati non consolidati ma da gennaio a maggio per quanto riguarda i ragazzi tra i 18 e i 24 anni abbiamo la distrazione ( tra cui l’uso del cellulare e il sonno) come causa al 31,2% mentre la velocità è al 28,8% – spiega – Ci sono altre tipologie di infrazioni come la distanza di sicurezza che si attesta al 12,1% e le norme di comportamento al 5%. Il 6% sono l’alterazione psicofisica e anche questa è assimilabile alla distrazione”.
Da questo punto di vista, spiega, ”c’è un’inversione di tendenza: di solito le violazioni che causavano maggiormente incidenti erano l’eccesso di velocità o la velocità non conforme, adesso queste violazioni sono state superate dalla distrazione che è ormai la prima causa di incidente: uso del telefonino, stanchezza, alterazione dovuta all’assunzione di droghe o alcol”.
”E’ un fenomeno molto preoccupante – sottolinea Mastrapasqua – anche perché quando avvengono questi incidenti così gravi, nelle uscite del sabato o del venerdì sera, non coinvolgono quasi mai una sola persona, ovvero il conducente, ma anche i trasportati, che sono in genere tutti giovani”.
Più in generale il trend di quest’anno per quanto riguarda gli incidenti stradale si avvicina a quelli del 2019, ovvero prima della pandemia che invece proprio per la riduzione degli spostamenti aveva fatto registrare una diminuzione. ”Quest’anno siamo quasi agli stessi livelli del 2019 – dice – E’ vero che la circolazione pare essere lievemente aumentata e quindi il numero di veicoli sulla strada è probabilmente superiore rispetto a quello degli anni scorsi però il numero degli incidenti è veramente rilevante. Noi dovremmo far parte di quel progetto che prevede nel 2030 il dimezzamento delle vittime della strada e nel 2050 l’azzeramento e l’andamento non ci sembra essere compatibile con quest’obiettivo”.
Sul fronte della prevenzione, secondo il direttore della Polstrada, ”la chiave di volta per cercare di abbattere questi numeri così preoccupanti è l’educazione stradale, al di là dell’aspetto contravvenzionale che facciamo tutti i giorni sulla strada e che non può essere abbandonato e che viene di volta in volta implementato soprattutto nei periodi estivi per far fronte agli esodi che gravano sulla circolazione stradale”.
”Dobbiamo comunicare quanto più è possibile sulla sicurezza stradale affinché venga percepito questo valore – chiarisce – Cerchiamo di sviluppare una cultura della guida prudente. Noi abbiamo numerosi stakeholder e partecipiamo con loro a campagne di prevenzione. Tra queste l’ultima è quella di Autostrade per l’Italia che ha realizzato uno spot con un regista di una nota serie televisiva e con un attore che pare avere una linea di comunicazione diretta con le nuove generazioni, in questo periodo tra le più colpite, con modalità riferite ad alterazioni varie come droga e alcol”.
”Fra le varie campagne che noi abbiamo realizzato c’è anche ‘E…state con noi’, frase che richiama sia la stagione estiva che l’aspetto della vicinanza – spiega – Cerchiamo di raggiungere tutte le località balneari o di vacanza e di turismo estivo per comunicare il valore della sicurezza stradale. Ci saranno altre campagne che spero si possano realizzare presto che sono ancora in cantiere”.
E sulle nuove norme varate dal governo il direttore della Polstrada sottolinea: ”Sicuramente una riforma era necessaria, non fosse altro per considerare tipologie di mobilità che prima non c’erano. Modifiche al codice della strada sono opportune perché si tratta di un codice che risale a qualche anno fa e che non prevedeva il tipo di mobilità che adesso riscontriamo per strada: dall’elettrico all’evoluzione dei vulnerabili (con l’introduzione dei monopattini) che sono un tipo di circolazione che il nostro codice non prevede nella sua ampiezza. L’aspetto contravvenzionale va senza dubbio consolidato ma quello a cui dobbiamo riferirci – ribadisce – è la realizzazione della cultura della sicurezza stradale fattore determinante per poter arrivare ad aggredire questi numeri che sono ancora molto gravi”. (di Giorgia Sodaro)