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Firenze Fiera, Cellai (Presidente Commissione Controllo): “Situazione molto pesante e dalle prospettive incerte. Altro fallimento di Nardella e Giani”

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“Una società che nel 2019 aveva 4 milioni di euro in cassa e nessun debito, lasciando da parte i canoni non corrisposti per l’utilizzo della Fortezza da Basso, che poi colleziona una perdita di  4,2 milioni nel 2022, una perdita di 600.000 euro nel 2021 e una perdita di 3,6 milioni nel 2020 nonostante i 6,6 milioni di ristori statali per il periodo pandemico. Una perdita stimata per il 2023 di circa 1,2 milioni e un pareggio di bilancio previsto per il 2025 tornando ai livelli di fatturato del 2019 di circa 18 milioni.

Mentre altre realtà fieristiche hanno già conseguito risultati significativi, come Bologna e Parma e come Milano, che ha fatto utili già nel primo trimestre 2023.

Questa è la fotografia di Firenze Fiera oggi. Una società che da tempo richiedeva ai soci attraverso il suo Presidente quell’aumento di capitale che oggi risulta necessario per tenerla in vita. Per far fronte all’impegno concordato con i soci di effettuare lavori di miglioramento della Fortezza da Basso, pari a 16 milioni, cioè all’ammontare dei canoni non pagati per la concessione degli spazi della Fortezza, e per far fronte ai 12 milioni di debiti contratti per esigenze operative tra il 2020 e il 2022.

Il problema è che una rilevante parte di questo aumento di capitale pari a 16 milioni dovrebbe essere sottoscritto da quegli stessi soggetti, Regione, Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio di Firenze, che hanno rinunciato a incassare i canoni di concessione della Fortezza!

I 12 milioni di debiti, oltre a quello di 6 milioni contratto per la ristrutturazione del Palaffari, dovrebbero essere sistemati dal socio privato che oggi si cerca attraverso un bando e al quale si chiede anche di presentare un piano industriale.

Una situazione pesantissima, su cui grava il voto favorevole al piano di risanamento soltanto del 52% dell’assemblea dei soci senza il voto favorevole di realtà estremamente importanti della città, come quello della Camera di Commercio.

Tutto si gioca sulla speranza di individuare un socio privato che nonostante i numeri in campo e un canone della Fortezza che dopo gli anni di riduzione tornerà a costare 1.500.000 euro decida di farsi avanti.