(Adnkronos) – Sono almeno 5-6 le coltellate inferte da Zakaria Atqaoui, il 23enne reo confesso per l’omicidio della sua ex fidanzata, la 20enne Sofia Castelli, uccisa sabato all’alba nella sua casa di Cologno Monzese. Si tratta – da quanto emerge da un primo esame sul corpo della giovane, che domani verrà sottoposto ad autopsia – di ferite penetranti, inferte con un coltello da cucina, ritrovato ancora insanguinato all’interno dell’appartamento. L’arma verrà poi analizzata dal Ris di Parma.
Proseguono intanto le ricerche dei carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, che indagano sull’omicidio, del telefono del 23enne, gettato – a quanto lui stesso ha riferito – in un cestino. Sono state fissate invece per venerdì 4 agosto le copie forensi dei cellulari di Sofia e dell’amica con cui la vittima aveva trascorso la serata in discoteca e che alle prime ore di sabato è rientrata con lei nell’appartamento della famiglia Castelli in corso Roma. Le due ragazze, che avevano la sveglia a orari diversi, sono andate a dormire in stanze separate. E’ stato allora che Atqaoui, intrufolatosi in casa, avrebbe colpito Sofia alla gola, uccidendola. L’amica non si sarebbe accorta di nulla, fino a quando, il mattino successivo, dopo che il 23enne aveva confessato l’omicidio, i carabinieri hanno fatto ingresso nella casa di corso Roma, trovando il corpo senza vita di Sofia.
Atqaoui, a cui la pm Emma Gambardella, coordinata dal procuratore Claudio Gittardi, contesta l’omicidio con l’aggravante della premeditazione, è stato interrogato ieri a lungo dalla gip Elena Sechi all’interno del carcere di Monza. Si attende per oggi la convalida del fermo.