(Adnkronos) – Il 14 settembre gli studenti sardi di ogni ordine e grado tornano in aula. Cerchiamo di tracciare un quadro della situazione dell’istruzione in Sardegna a partire dall’analisi dei dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito e dell’Inps su elementi come il numero di istituti, studenti, docenti, percorsi didattici preferiti, figure professionali più richieste.
Un quadro generale che comprende anche aspetti delicati come l’abbandono scolastico, i divari educativi tra diverse aree del Paese e fenomeni come i NEET, giovani che non studiano, non lavorano e non stanno seguendo percorsi di formazione professionale, che, specie nelle regioni del Sud e insulari, sono in aumento.
Tra i dati più significativi emerge che nel complesso il numero di studenti è in costante diminuzione, questo anche dovuto al deficit delle nascite, che la Sardegna è una delle regioni italiane con il più elevato tasso di abbandono scolastico. Ma vi sono anche indicatori positivi, come il fatto che il 68% degli edifici scolastici è dotato di accorgimenti per il risparmio energetico.
I dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), aggiornati a settembre 2022, indicano 58.236 sedi scolastiche a livello nazionale. In Sardegna se ne contano 2.034, quasi un terzo in meno della Sicilia, per avere un termine di paragone con un’altra isola. Sul totale di sedi scolastiche sarde, 1.780 sono scuole statali, 254 paritarie.
Nel complesso, la maggior concentrazione di sedi scolastiche dell’Isola si trova a Sassari e provincia con il 29,1%, seguita dal Sud Sardegna con il 23,2% del totale, quindi Cagliari 19,5%, Nuoro 17,1% e Oristano 11,2% del totale.
A livello di grado, ci sono 735 scuole dell’infanzia, 544 primarie, 374 secondarie di primo grado, 381 secondarie di secondo grado. Da notare che si trovano più sedi di scuole secondarie di primo grado nel Sud Sardegna, con il 28,3% del totale, categoria che invece vede Cagliari ultima tra le province sarde con il 12%. Per numero di secondarie di secondo grado, invece, Sassari è prima con il 32,8%, Oristano ha solo l’8,9% del totale.
Degli oltre 8 milioni di studenti registrati in Italia dal Miur per l’anno scolastico 2021-2022, poco più di 198 mila studiano nelle scuole della Sardegna. Il dato però segnala un calo costante negli ultimi cinque anni scolastici per complessive 15.000 mila unità, dovuto non solo alla diminuzione delle nascite e quindi dei giovani in età scolare, ma anche al fenomeno dell’abbandono scolastico.
Dai dati emerge che vi sono più studenti che studentesse, nello specifico, poco più di 103 mila contro oltre 95 mila. Negli ultimi cinque anni la diminuzione è avanzata parallelamente e corrisponde a circa 7 mila unità in meno sia tra le ragazze che tra i ragazzi.
Sul numero totale di studenti, il 31,3% del totale regionale frequenta scuole a Sassari e provincia, il 28,5% a Cagliari, il 18% nel Sud Sardegna, il 13,5% a Nuoro e provincia, mentre solo l’8,8% degli studenti sardi è a Oristano.
Insegnare è un mestiere da donna, lo dicono i dati del Miur: per l’anno scolastico 2021-22 su 28.308 docenti operativi in Sardegna oltre 22 mila sono donne. Inoltre, non è un mestiere per giovani. Quasi 20 mila docenti hanno dai 45 anni in su, solo poco più di 8 mila hanno meno di 44 anni.
Nell’analisi delle serie storiche è interessante notare come rispetto a cinque anni fa aumenta il numero complessivo di docenti (+1.329), ma diminuisce di oltre 1.500 unità il numero di docenti a tempo indeterminato e parallelamente cresce nettamente il numero di docenti a tempo determinato (+2.890), segno evidente di una maggiore precarietà del lavoro di insegnante.
La precarietà dei docenti è particolarmente evidente negli insegnanti di sostengo. Nell’ultimo anno scolastico di cui si hanno i dati (2021-22), su un totale di 6.796, ben 4.585 erano a tempo determinato dei quali 704 con contratto annuale.
Con riferimento all’ultimo anno scolastico (2022-2023), il Miur segnala che gli studenti sardi delle superiori hanno scelto per il 61,3% i licei, un dato inferiore solo a quanto registrato nel Lazio (69,6%) e in Abruzzo (62,6%). Per contro, il 27,4% ha scelto gli istituti tecnici, una tra le tre percentuali più basse d’Italia, mentre l’11,3% ha frequentato gli istituti professionali.
A livello di specifici indirizzi, l’istituto tecnico tecnologico è il preferito in assoluto con il 18,9% degli iscritti totali nel 2022-2023, seguito dal liceo scientifico che raccoglie il 14,9% del totale iscritti, quindi con il 9,4% dal tecnico economico.
I licei sono preferiti dalle studentesse sarde. Dall’analisi dei dati Istat emerge infatti che nel 2021 su 100 iscritti ai licei il 61,1% era composto da ragazze, che invece scelgono in misura molto inferiore gli istituti professionali (39,4% degli iscritti) e ancora meno gli istituti tecnici (32,3%).
L’abbandono scolastico, il fenomeno che riguarda i giovani che lasciano precocemente gli studi al massimo con la licenza media, è spesso legato a contesti socioeconomici difficili e può portare all’esclusione sociale. Secondo i dati Istat relativi al 2020 in Sardegna il 12% degli studenti tra 18 e 24 anni avevano abbandonato prematuramente gli studi, un dato che si è quasi dimezzato rispetto al 2018, quando la percentuale era al 23%.
Il fenomeno dei NEET, giovani tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione professionale è particolarmente evidente in Italia dove, secondo l’Istat, nel 2022 ha un’incidenza del 19%. Una percentuale che nel 2020 ha raggiunto il 26,1% in Sardegna, pur rimanendo sotto la media del Mezzogiorno (32,6%).
Negli anni recenti (2016-2020) l’incidenza dei NEET sull’Isola è comunque in costante riduzione pari a oltre 4,5 punti percentuali, decisamente meglio della percentuale media nazionale che è diminuita di un solo punto.
Uno degli obiettivi fondamentali del Pnrr è ridurre i divari territoriali anche dal punto di vista dell’offerta scolastica e formativa. In particolare, il piano di interventi per la Sardegna, affronta trasversalmente l’ambito educativo: dagli asili nido all’edilizia scolastica, passando per la lotta alla dispersione. Proprio contro gli abbandoni precoci è previsto un investimento ad hoc per scendere al 10% entro il 2026.
Un altro tema centrale è la costruzione di nuovi istituti scolastici sostenibili: su 200 scuole a livello nazionale, 7 sono previste sull’Isola. Gli interventi di efficientamento degli edifici scolastici e di edificazione nell’ambito del piano nuove scuole prevede 27,5 milioni di euro. Oltre il 42% degli interventi riguarda interventi di efficientamento energetico per edifici nelle due classi più basse, F e G. Ma anche alcuni casi di demolizione e ricostruzione in situ di interi edifici.
Da notare che la Sardegna dal punto di vista dell’edilizia scolastica si trova in ottima posizione con il 68% di edifici dotati di accorgimenti per il risparmio energetico, percentuale di oltre 10 punti superiore alla media italiana. Percentuali che variano molto da un’area all’altra, con un apice nel Comune di Olbia oltre l’84% e di Cagliari 77,3% e un minimo a Nuoro 34,5%.
Tra le misure programmate dalla Regione Sardegna a sostegno dell’istruzione e della formazione dei giovani dell’Isola, ricordiamo gli oltre 18 milioni di euro di nuovi finanziamenti per i percorsi triennali IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) per gli anni formativi 2023-2026. La delibera della Giunta Regionale del 13 agosto 2023 prevede anche 11 milioni di euro a valere sul PR FSE+ 2021-2027.
I percorsi di istruzione e formazione professionale sono ritenuti dalle istituzioni regionali fondamentali per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, oltre che per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica.
Prosegue inoltre l’attuazione del Programma Garanzia Giovani, il piano europeo per favorire l’occupazione giovanile specie nei Paesi con elevati tassi di disoccupazione, dedicato ai 15-34enni che non studiano e non lavorano, che prevede una serie di iniziative e percorsi per la formazione e la ricerca del lavoro.