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Conte e accuse antisemitismo: “Se Meghnagi vuole fare politica non parli per comunità ebraica”

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(Adnkronos) – Ci ha riflettuto per una notte intera Giuseppe Conte prima di rispondere alle accuse di antisemitismo lanciate al Movimento 5 Stelle e a lui stesso dal presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi. Poi lo ha fatto con una ‘lettera aperta a chi infama me e il M5s’ pubblicata su Facebook in cui annuncia l’intenzione di agire in giudizio contro Meghnagi “perché non gli possiamo permettere questa grave, intollerabile diffamazione”. 

“Non conosco personalmente il signor Meghnagi. Ma se il presidente di una storica comunità ebraica vuole cimentarsi nell’agone politico – come lui stesso ha dimostrato già in passato di voler fare scrivendo una lettera di compiaciuto sostegno a Meloni e La Russa, individuati come apostoli della libertà e della nostra identità – conviene che trovi, prudentemente, il modo per parlare a titolo personale senza schermarsi dietro al ruolo di rappresentanza di una intera comunità. Non a caso per quella lettera di encomio ricevette non poche critiche dalla sua stessa comunità di appartenenza. Diversamente, parlando in modo così oltraggioso e disinformato, rischia di fare danni alla stessa ‘causa’ per la quale è stato votato ed eletto”.  

“Rischia per intenderci – continua Conte – che i suoi interventi scolorino come quelli di un Donzelli qualsiasi che, atteggiandosi ad arrogante maître à penser, è intervenuto alla Camera dei Deputati per avanzare strampalate accuse di antisemitismo strisciante. Accuse che arrivano da forze politiche come Fratelli d’Italia che contano in casa propria, in tutta Italia, esponenti che salgono agli onori della cronaca per aver inneggiato all’odio e nostalgie di un passato vergognoso. Una forza politica che nel 2019 si è astenuta sull’istituzione di una Commissione contro odio, razzismo e antisemitismo proposta da Liliana Segre”.  

“Lasciamo a Meghnagi il ruolo di incensare Fratelli d’Italia, sebbene rischi che le sue parole si mescolino alle dichiarazioni della Santanchè, la quale, anziché trovare la dignità di dimettersi per le accuse gravi e circostanziate sin qui emerse, ieri è salita a Milano sul palco per strumentalizzare un’iniziativa di solidarietà a Israele e scagliarsi contro chi affianca la bandiera della pace a quella di Israele”.