(Adnkronos) –
Nuovi raid di Israele e incursioni nel territorio di Gaza “per eliminare la minaccia delle cellule e delle infrastrutture terroristiche”. I soldati, spiega l’esercito dello Stato ebraico su X, hanno “raccolto prove che aiuteranno a localizzare gli ostaggi”, circa 120 civili, catturati da Hamas nell’attacco di sabato scorso. L’esercito israeliano, si spiega ancora, “ha continuato a colpire obiettivi terroristici di Hamas e lanciamissili anticarro a Gaza subito dopo che erano stati utilizzati per attaccare Israele”.
Intanto i corpi di alcuni israeliani sono stati recuperati dall’esercito durante un’incursione di terra a Gaza ieri. A riferirne sono i quotidiani Ha’aretz e Jerusalem Post: le Forze di difesa – scrivono – hanno trovato un numero non specificato di corpi, poi riportati in territorio israeliano.
Unità di fanteria e corazzate hanno preso parte al raid, durante il quale una cellula di Hamas responsabile del lancio di missili anti-tank in territorio israeliano è “stata rimossa”, riporta il Jerusalem Post.
Le forze di difesa israeliane hanno annunciato inoltre di aver ucciso un esponente del gruppo terroristico in un attacco aereo effettuato la notte scorsa sulla Striscia. L’attacco ha preso di mira una base di Hamas e ha provocato la morte Murad Abu Murad, che “ha avuto un ruolo importante nel dirigere i terroristi durante il massacro” dello scorso fine settimana, una parte dei quali è entrata in territorio israeliano su deltaplani. A riferirne è Times of Israel.
Hamas impedirebbe ai residenti nel nord di Gaza di evacuare la zona. Ad affermarlo è stato questa mattina il portavoce dell’esercito israeliano, tenente Jonathan Conricus. L’esercito, ha detto, ha “anticipatamente avvertito delle proprie intenzioni in modo da garantire che la guerra non incida sui civili”. Il portavoce ha parlato comunque di un “importante movimento di popolazione verso il sud”. Hamas però, ha affermato, “tenta di impedire ai palestinesi di evacuare la zona, mandando loro messaggi o bloccandoli”.
“Il nostro obiettivo è molto chiaro, il fine di questa guerra è che smantelleremo Hamas e le sue capacità militari, e cambieremo radicalmente la situazione in modo che Hamas non abbia mai più la capacità di infliggere danni ai civili o ai soldati israeliani”, ha spiegato il colonnello Conricus.
“I civili palestinesi a Gaza non sono nostri nemici e non li prendiamo di mira come tali”, ha affermato ancora il portavoce dell’esercito israeliano. “Stiamo cercando di fare la cosa giusta, stiamo cercando di evacuare i civili per ridurre al minimo il rischio per loro”, ha detto, per poi aggiungere: “È estremamente triste e deplorevole che così tanti media si concentrino sulle nostre azioni invece di attribuire la responsabilità all’entità che governa la Striscia di Gaza, e cioè Hamas”. “Tutto questo è opera di Hamas – ha spiegato – stiamo rispondendo alla situazione. Stiamo cercando di non colpire i civili o le loro infrastrutture”.
Bombe israeliane su obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano nella notte, dopo l’abbattimento di due velivoli non identificati su Haifa partiti dalla terra dei cedri e i colpi sparati dal Libano contro uno uav israeliano. A spiegarlo è lo stesso esercito dello Stato ebraico, che in un punto sulle operazioni ha comunicato di aver condotto altri raid su Gaza.
“Appoggio pienamente il monito di Antonio Guterres, per cui la richiesta di Israele di evacuare 1 milione di civili dal nord di Gaza attraverso una zona di guerra densamente popolata in direzione di un luogo privo di cibo, acqua o riparo in un territorio sotto assedio è estremamente pericolosa e praticamente impossibile”. A scriverlo in un post su X è stato questa mattina Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea.
L’appello di Israele ad evacuare 1,1 milioni di persone dal nord di Gaza è “pericoloso e oltraggioso”. A dichiararlo, su X, è intanto Martin Griffiths, responsabile dell’Onu per il coordinamento degli aiuti umanitari .”Gaza è stata sottoposta a intensi bombardamenti” e “le strade e le case sono state ridotte in macerie”, scrive. “Costringere civili spaventati e traumatizzati, tra loro donne e bambini, a spostarsi da un’area densamente popolata ad un’altra, senza nemmeno una pausa nei combattimenti e senza sostegno umanitario, è pericoloso e oltraggioso”.