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Pensioni 2024, da quota 104 ad ape sociale: tutte le novità in manovra

Adnkronos
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(Adnkronos) – Pensioni si cambia: cancellata quota 103 arriva quota 104 e addio ad ape sociale e a opzione donna. Così il governo riscrive nella manovra 2024, ancora da dettagliare ma che a breve sarà all’attenzione del Parlamento, il capitolo previdenza restringendo i canali per il pensionamento anticipato.  

La nuova quota abbozzata dal governo e che andrà in vigore dal 1 gennaio 2024 prevede la possibilità di uscire dal mercato del lavoro con 63 anni di età e 41 di contributi. Una stretta sull’età anagrafica di accesso rispetto a quota 103, in vigore fino al 31 dicembre 2023 che ne prevedeva 62, ma che sarà accompagnata da meccanismi di incentivazione, una sorta di premio, a beneficio di chi resterà comunque al lavoro fino al raggiungimento della pensione di anzianità. Al momento però mancano maggiori dettagli. 

Ape sociale e Opzione donna addio. Saranno cancellati infatti i due strumenti nati, il primo nel 2017 e il secondo nel 2004 per favorire il pensionamento di soggetti fragili. I due strumenti, soprattutto il secondo, al centro di una corale richiesta sindacale per una sua modifica e proroga nel 2024, lascerebbero il passo ad un fondo ‘unico’ per la flessibilità in uscita con cui sostenere l’accompagnamento alla pensione di caregiver, disoccupati, lavoratori impegnati in lavori gravosi e disabili. Diversificate le soglie di accesso: 63 anni di età e 36 di contributi in via generale che potrebbe scendere a 63 ma con 35 anni di contribuzione per le donne. 

La Manovra 2024 introduce la ‘super rivalutazione’ (copyright della premier Giorgia Meloni) per gli over 75 anni che dovrebbero così superare i 600 euro al mese attuali oltre a prevedere un aumento, più contenuto, anche per i trattamenti al minimo per gli over 65.  

La manovra anticipa al 1 novembre 2023 il conguaglio della perequazione dei trattamenti pensionistici atteso per il gennaio 2024: gli assegni dunque saliranno dello 0,8% per recuperare l’inflazione effettiva del 2022 (8,1%). Il conguaglio sarà erogato sulla base di ‘fasce’ di reddito e sarà riconosciuto al 100% solo alle pensioni fino a 4 volte la minima, circa 2.100 euro lordi mensili. Sopra questo tetto il recupero sarà progressivo con un decalage all’aumentare delle pensioni. Così:tra 2.101,53 e 2.626,90 euro l’aumento sarà pari all’85% del tasso, quindi pari allo 0,68%; tra 2.626,91 e 3.152,28 euro coprirà il 53% del tasso d’inflazione pari ad un incremento degli assegni dello 0,4%; tra 3.152,29 e 4.203,04 euro si recupererà il 47% del tasso, quindi lo 0,3%; tra 4.203,05 e 5.253,80 euro il recupero sarà del 37% del tasso, quindi lo 0,29% mentre sopra i 5.253,81 euro la copertura del tasso sarà pari al 32% quindi lo 0,25%. 

La Manovra 2024 introduce la possibilità per i lavoratori interamente contributivi, cioè quelli assunti dopo il 31 dicembre 1995, di accedere al pensionamento di vecchiaia senza più il vincolo del raggiungimento di un importo di almeno 1,5 volte il minimo, e cioè 745,91 euro mensili. Un meccanismo, quello cancellato, che costringeva molti lavoratori a posticipare la pensione dai 67 anni previsti dalla legge Fornero ai 71 anni.