(Adnkronos) – Gli interventi e le politiche a tutela dei cittadini risultano ancora più strategici in particolari fasi storiche caratterizzate da incertezza economica e aumento del costo della vita come quella che stiamo vivendo. Proprio in tali fasi, infatti, sussidi, aiuti e bonus risultano spesso fondamentali per garantire a tutti una vita dignitosa.
Con riferimento al contesto della Sardegna, analizzando i dati Istat degli ultimi anni, diversi indicatori delle condizioni economiche e sociali della popolazione sono negativi. In particolare, negli ultimi quattro anni è in costante aumento il rischio di povertà o esclusione sociale, cresciuto da 28,1 ogni 100 individui nel 2019 a 36,4 nel 2022, contro una media nazionale di 24,4.
Oltre al rischio povertà, sull’Isola è in crescita l’indicatore relativo alla bassa intensità lavorativa, ovvero il numero totale di mesi lavorati, che nel 2022 ha raggiunto 20,1 ogni 100 individui, mentre l’anno precedente era al 18,6. A livello nazionale è il secondo dato peggiore, dietro solo alla Campania.
Tra le principali funzioni di protezione sociale ci sono quelle relative a vecchiaia, malattia, infortunio. In Sardegna l’Istat ha registrato nel 2021 un totale di 647.539 pensioni tra tutte le diverse tipologie di prestazione. Di queste, oltre 220 mila hanno un importo mensile compreso tra 500 e 749,99 euro, mentre oltre 100 mila sono comprese tra 250 e 499,99 euro. Quindi circa la metà dei pensionati sardi vive con meno di 750 euro al mese.
Con riferimento al numero di prestazioni pensionistiche in Sardegna nel 2021 si registrano 40,79 pensioni per 100 abitanti, sesta regione in Italia e più alta rispetto alla media nazionale di 37,85 per 100 abitanti. Ancora più significativo il dato sul rapporto percentuale tra spesa pensionistica e PIL regionale che è pari al 23,78, il secondo più elevato a livello nazionale dietro solo a quello della Calabria che è 25,95.
La Sardegna è al settimo posto tra le regioni italiane per numero di cittadini pensionati, 28,3 ogni 100 abitanti. 11,37 su 100 di loro percepiscono meno di 500 euro al mese, un dato comunque migliore della media delle regioni del Sud che è pari a 13,96 (dati Istat riferiti al 2021).
Una delle misure di sostegno alla povertà più discusse è il Reddito di Cittadinanza (e la Pensione di Cittadinanza) in vigore da aprile 2019 e fino al 31 dicembre 2023. Dai dati INPS emerge che in Sardegna il numero di richiedenti è stato di gran lunga inferiore alle altre regioni del Sud, escludendo Basilicata e Molise. Da gennaio ad agosto 2023 i richiedenti sono stati poco più di 20 mila contro i 116 mila della Campania e i 98 mila della Sicilia.
In percentuale il numero di richiedenti RdC e PdC sardi dall’entrata in vigore della misura è stato sempre molto contenuto e variabile tra un massimo del 4,1% e un minimo del 3,4% (il 3,6% nel 2023) delle richieste complessive nazionali. Valori percentuali molto lontani rispetto a quelli raggiunti in Campania 20,9%, Sicilia 17,6%, Lazio 10,6%, le prime tre regioni per richiedenti RdC.
A livello di province sarde, Cagliari è al primo posto per numero richiedenti (1,4% del totale nazionale nel 2023), seguito da Sassari (0,8%). Il numero di nuclei percettori di almeno una mensilità di Rdc e PdC in Sardegna nel 2023 è stato 49.741 coinvolgendo 91.544 persone, con un importo mensile medio pari a 518,89 euro (dati INPS).
La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) – ordinaria, in deroga o straordinaria – è uno degli ammortizzatori sociali più utilizzati in favore dei lavoratori dipendenti in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro a causa di difficoltà produttive riscontrate dall’azienda.
In Sardegna il ricorso alla CIG è stato piuttosto contenuto per quanto riguarda quella ordinaria con un totale di 3.534 migliaia di ore autorizzate nel 2021 secondo l’INPS, dato che pone la regione tra le ultime quattro del Paese. Stesso discorso vale per la CIG in deroga dove si registrano valori contenuti, tra la sette regioni che hanno autorizzato meno ore.
Al contrario per la CIG straordinaria nel 2021 la Regione è al quinto posto per ore complessive autorizzate (1.873 migliaia), alle spalle solo di Lazio (23.873), Lombardia (10.725), Campania (3.208) e Piemonte (3.145).
Negli ultimi anni, tra le misure di sostegno economico più utilizzate ci sono i bonus edilizi ovvero le agevolazioni fiscali previste per interventi di ristrutturazione edilizia ed efficientamento energetico degli immobili. In questa categoria il più celebre e discusso è il Superbonus 110% che ha sinora riguardato oltre 430 mila edifici in tutt’Italia, con investimenti ammessi a detrazione per oltre 88 miliardi di euro (dati Enea 30 settembre 2023).
Con riferimento al panorama immobiliare sardo i dati Enea indicano 14.662 edifici interessati dal Superbonus, di cui 1.058 condomini, 10.469 unifamiliari e 3.153 unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Il totale di investimenti ammessi a detrazione al 30 settembre 2023 è di 2.431 milioni di euro.
Dal confronto tra i dati regionali e quelli nazionali relativi agli investimenti medi relativi al Superbonus (comprese le somme non ammesse a detrazione), emerge che in Sardegna sono stati superiori per tutte le tipologie abitative (esclusi i castelli). In particolare, l’investimento medio per i condomini è stato pari a 795.122 euro contro i 643.059 della media nazionale.
Tra gli altri bonus più richiesti dalla popolazione sarda spicca il bonus asilo nido che, secondo i dati INPS, nel 2022, risulta essere usufruito dal 46% dei bimbi aventi diritto, rispetto alla media italiana del 34%. Percentuale che pone la Sardegna al primo posto, così come per quanto riguarda l’importo del bonus nido, 233 euro medi mensili.
Sempre secondo i dati INPS, nel 2022 i sardi hanno fatto ricorso al bonus psicologo in misura significativa. In tutte le province si registrano valori elevati, con particolare riferimento a Cagliari che risulta prima tra tutti i capoluoghi italiani con un’incidenza dell’1,4%, quasi il doppio della media delle province del Mezzogiorno.
A livello di trattamenti integrativi in busta paga, il bonus IRPEF è un contributo che spetta ai lavoratori dipendenti delle fasce più basse di reddito. Nel 2021, secondo i dati MEF, in Sardegna sono stati versati oltre 124 milioni di euro tra bonus IRPEF e trattamento integrativo, destinati a poco più di un milione di contribuenti.
La Regione Sardegna è impegnata nel contrasto al disagio sociale con progetti come “La Famiglia al centro” finanziato dalla Regione stessa con iniziali 1,2 milioni di euro e realizzato con Anci. Avviato nel 2020 il progetto ha visto la nascita di una rete territoriale di centri per la famiglia che per gli anni 2022 e 2023 ha previsto ulteriore 1,8 milioni di euro.
Le attività dei centri per la famiglia spaziano dalla mediazione familiare e consulenza legale al contrasto al disagio minorile, dal sostegno alla genitorialità all’educazione. Servizi a cui i cittadini possono accedere direttamente tramite i centri per la famiglia oppure tramite i servizi sociali dei Comuni.
In ambito di lotta alla povertà la Regione ha istituito già nel 2005 l’Osservatorio regionale sulle povertà allo scopo di raccogliere dati sulle persone in difficoltà, fornire supporto informativi agli enti locali, curare la programmazione dei vari servizi sul territorio, proporre suggerimenti per l’adozione di azioni volte ad arginare la povertà. Anche in tema di esclusione sociale la Regione è attiva su diversi fronti. Con il programma “Prendere il volo”, ad esempio, viene sostenuto finanziariamente il reinserimento di giovani tra 18 e 25 anni provenienti da comuni educative, affidamento, minori stranieri non accompagnati e altre categorie fragili.