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Attacco ospedale Gaza, il punto dell’intelligence Usa

Adnkronos
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(Adnkronos) – Funzionari dell’intelligence americana hanno determinato con “un alto grado di certezza” che Israele non è responsabile della devastante esplosione presso l’ospedale al-Ahli di Gaza che la settimana scorsa ha ucciso centinaia di persone. A renderlo noto sono stati gli stessi ufficiali statunitensi, che – scrive il Washington Post – “hanno offerto la spiegazione ad oggi più dettagliata di quello che appare essere stato un incidente, seguito da proteste in tutto il Medio Oriente”.  

La comunità di intelligence, scrive oggi il quotidiano statunitense, ha raggiunto le sue conclusioni, dopo aver esaminato diversi video e aver fatto ricorso a tecniche di geolocalizzazione, fino a far risalire l’esplosione del 17 ottobre a un razzo lanciato all’interno di Gaza, che ha subito un guasto meccanico in volo prima di schiantarsi sull’ospedale. Le fonti, spiega il Washington Post, hanno parlato con la stampa a condizione di poter mantenere il riserbo sulla loro identità.  

Gli analisti non sono in grado di stabilire con certezza chi abbia lanciato il razzo, per mancanza di informazioni che puntino in modo conclusivo al responsabile, secondo le stesse fonti. Hanno esaminato le intercettazioni delle comunicazioni tra miliziani affiliati ad Hamas, in cui si ipotizza il coinvolgimento di combattenti palestinesi nel lancio, rende noto un funzionario americano. La comunicazione, fornita agli Stati Uniti dal governo israeliano, è diversa dalla registrazione divulgata in pubblico dalle Forze di Difesa israeliane, rende noto la stessa fonte. 

Ma in mancanza di notizie diverse, nuove informazioni o materiale a supporto, gli analisti non hanno potuto che raggiungere un “basso livello di certezza” su una responsabilità dei combattenti palestinesi. Poco dopo l’attacco, funzionari dell’amministrazione Biden e membri del Congresso hanno dichiarato che Israele non era da biasimare, puntando alle analisi dell’intelligence secondo cui l’esplosione era stata il risultato di un razzo palestinese errante.  

La valutazione finale secondo cui l’attacco non era stato il risultato di un’arma israeliana si basava su due fattori principali, hanno spiegato i funzionari. In primo luogo, il danno derivante dall’attacco è compatibile con un razzo, e non con una munizione israeliana, come una bomba sganciata dall’aria o un colpo di artiglieria, che avrebbe causato danni strutturali significativi all’edificio dell’ospedale e lasciato un ampio cratere. Video e immagini mostrano “solo lievi danni strutturali”, ha detto uno dei funzionari. 

In secondo luogo, gli analisti sono stati in grado di tracciare la traiettoria sulla base di video girati da quattro posizioni. Due telecamere hanno ripreso il volo del proiettile, che secondo gli analisti è stato lanciato all’interno della Striscia di Gaza, ha detto il funzionario. Il razzo ha poi viaggiato verso nord-est e, circa 10 secondi dopo il lancio, il motore è diventato instabile. Il razzo ha oscillato in intensità e, poi gli analisti hanno osservato un grande lampo, il guasto del motore.  

A seguito del guasto, il razzo ha cambiato direzione, quindi si è spaccato e il motore ha colpito il suolo, seguito dalla testata, che è caduta sull’ospedale provocando una grande esplosione, secondo il funzionario. Nei giorni successivi all’attacco, gli analisti hanno esplorato le open source alla ricerca di eventuali detriti sul sito in grado di collegare il razzo a Israele, senza però trovarne nessuno. Nessuno, da parte palestinese, ha presentato gli elementi che ci si aspetterebbe se avessero la prova che la colpa è di Israele. 

Quanto al numero delle vittime, i funzionari hanno spiegato di non essere in grado di fornire un bilancio definitivo, senza arrivare a contestare una precedente stima, secondo cui i morti sarebbero stati tra i 100 e i 300.  

Nel tentativo di attribuire in modo definitivo l’attacco a precisi attori palestinesi, gli analisti statunitensi si sono basati su informazioni scarse rispetto a ciò che hanno potuto scoprire sul lancio e sull’impatto del razzo. Utilizzando comunicazioni intercettate, hanno esaminato le dichiarazioni e gli schemi linguistici dei partecipanti e hanno stabilito che si trattava di “affiliati” di Hamas. Nelle registrazioni, queste persone sembravano essere d’accordo sul fatto che il razzo fosse stato lanciato dalla Jihad islamica palestinese, ma senza informazioni più conclusive, gli analisti non si sono potuti spingere oltre una valutazione basata su una “scarsa certezza”. “Riteniamo sia affidabile e autentica”, ma da sola l’intercettazione della comunicazione non è sufficiente per attribuire con maggiore fermezza il lancio del razzo alla Jihad islamica, ha spiegato il funzionario.