Kata, la bimba scomparsa a Firenze non si trova. La Procura ha terminato le rogatorie con il Perù ascoltando in videoconferenza 14 persone ritenuti utili a fornire informazioni su Mia Kataleya Chiclo Alvarez.
Secondo quanto appreso sembra che nessun nuovo elemento sarebbe emerso dall’audizione dei testimoni. Gli interrogati sono parenti e amici dei familiari della bimba che abitano sempre nel paese di origine.
Tra le persone ascoltate dai pubblici ministeri Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, anche uno zio paterno della piccola Kata, detenuto in un carcere di Lima. Ascoltato anche un altro peruviano, recluso nello stesso carcere, protagonista di una vicenda droga che risale al maggio del 2022 a Firenze. I magistrati intendevano verificare l’ipotesi che la bambina potesse essere stata rapita per sbaglio, così come prospettato agli inquirenti dal padre della bimba.
Papa Francesco / Stasera intervista esclusiva al Tg1 | La Gazzetta di Firenze
LA DROGA E KATA
Per quella vicenda di droga fu fatta una perquisizione in una casa a Firenze dove viveva anche una donna. Questa signora ha una bambina della stessa età di Kata. La madre e figlia sarebbe anche loro andate a vivere all’ex hotel Astor occupato.
L’ipotesi al vaglio degli investigatori è che Kata possa essere stata scambiata per quest’ultima bambina e che sia stata rapita per una vendetta legata alla vicenda della droga.
IL RACKET DEGLI AFFITTI
L’ipotesi principale dei pubblici ministeri è che Kata sia stata vittima di un sequestro di persona a scopo di estorsione. I fatti deriverebbero da rapporti conflittuali poi sfociati nei reati commessi durante l’occupazione dell’Astor. Alcuni familiari della bambina sono, infatti, risultati coinvolti in quei delitti e sono stati arrestati.
Tra le ipotesi sul rapimento di Kata c’è, infatti, anche quella di una ritorsione per il racket degli affitti. Fatto che ha portato in carcere lo zio materno di Kata. Neppure la pista della pedofilia è stata mai esclusa dall’inchiesta.
Lo scorso 25 ottobre, all’Astor, si è concluso l’ultima ispezione dello squadrone “Cacciatori Calabria”. Sempre secondo quanto si è appreso, non sarebbero state trovate tracce del passaggio di Kata.
L’ipotesi del rapimento a scopo di estorsione sembra, dunque, uscire rafforzata ancora una volta. Tuttavia, in oltre 4 mesi e mezzo nessuno si è ancora fatto avanti per una richiesta di riscatto.
Nel frattempo, il padre di Kata è stato trasferito nel carcere di Prato. In precedenza era recluso a Sollicciano per reati connessi al possesso e allo spaccio di droga. L’uomo è tornato in carcere il 17 ottobre per essere venuto meno all’obbligo di firma a cui era sottoposto.