(Adnkronos) – I casi di presunti abusi nella Chiesa italiana nel 2022 sono stati 32 come i presunti abusatori. Cinquantaquattro le vittime. E’ quanto emerge dalla II rilevazione della Cei sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Se si osservano i dati, considerando il momento di avvenimento del presunto abuso, si ha la prevalenza di casi del passato (56,8%) rispetto ai casi attuali (43,8%).
I casi del passato prevalgono nelle Diocesi del Centro Italia, mentre quelli attuali riferiti al 2022 prevalgono nelle Diocesi del Nord (55%). Prendendo in considerazione la modalità del presunto abuso, emerge che la maggior parte delle segnalazioni fa riferimento a casi reali (29 in valore assoluto, pari al 90,6%), molto meno a casi relativi ad episodi via web (3 casi pari al 9,4%). Dall’analisi del luogo in cui è avvenuto il presunto abuso reale, emerge che nella maggior parte dei casi si tratta della parrocchia (17 su 29, pari al 58,6%).
Analizzando i casi segnalati per tipologia di abuso, si nota la prevalenza di “comportamenti e linguaggi inappropriati (offese, ricatti affettivi e psicologici, molestie verbali, manipolazioni psicologiche, comportamenti seduttivi, dipendenze affettive, …)”, pari a 20 casi in totale su 74. L’età delle presunte vittime all’epoca dei fatti si concentra nella fascia 15- 18 anni (25 su 54). Il secondo gruppo rappresentato tra le vittime è quello composto da chi ha più di 18 anni (19 su 54). Il focus sul genere delle presunte vittime rivela una netta prevalenza di femmine (44) rispetto ai maschi (10). (dall’inviata Elena Davolio)