“Un sistema di cooperative spurie”, che sono state “aperte e chiuse in modo anomalo per scaricare costi e debiti”. Ha esordito così, nella sua requisitoria, il pm Luca Turco prima di chiedere una condanna a cinque anni per Tiziano Renzi (che ieri sedeva alle sue spalle nella maxi aula del tribunale di Firenze) e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier, imputati per la bancarotta di tre cooperative di servizi. Dipendenti, libri contabili, prestanomi, sede aperte e poi chiuse in pochi mesi: tutto, secondo l’accusa, sarebbe stato gestito dai genitori del leader di Italia Viva e, in parte, avrebbe coinvolto anche Matilde Renzi, la sorella, per la quale è stata chiesta una condanna a dieci mesi.
I genitori di Matteo Renzi avevano già dovuto affrontare un altro processo a causa della vicenda delle due presunte fatture false emesse all’imprenditore Luigi Dagostino. Nell’ottobre del 2022 la Corte di Appello di Firenze ha assolto i due coniugi, sentenza che lo scorso lo scorso luglio è stata poi confermata dai giudici della Cassazione. Il processo sulle cooperative è stato aggiornato al 16 gennaio, quando prenderanno la parola le difese.