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Conte e i redditi bassi: “Voto di povertà? No, ho risparmiato”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “Ho fatto voto di povertà? No. Per fortuna la mia lunga carriera di professore e di avvocato mi ha permesso – e mi permette, con i risparmi accumulati – di condurre una vita agiata. Con entrate che sono state anche superiori rispetto a un pur alto stipendio da parlamentare”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte risponde, in un lungo post su Facebook, alle polemiche sui suoi redditi che lo vedono come il più povero del Parlamento. 

“Mi sento fortunato per questo, anche se dietro questa fortuna si nascondono anni e anni di sacrifici. E la mia condizione economica agiata – tiene a sottolineare – non mi impedisce di lottare politicamente per chi invece ha uno stipendio da fame o per chi non ha niente. Battaglie che continuerò a fare con determinazione. E su questo se ne facciano tutti una ragione”.  

Quindi l’ex premier spiega come mai il suo reddito sia di soli 24.359 euro. “Per buona parte dell’anno 2022 non ho percepito alcun reddito. Perché da inizio 2021, quando mi sono dimesso da Presidente del Consiglio, ho svolto attività politica con il Movimento 5 Stelle e dal Movimento non ho chiesto né ricevuto nessuna retribuzione, indennità o gettone di presenza”.  

“Sono in aspettativa come professore ordinario dell’Università di Firenze e quindi non percepisco lo stipendio – continua Conte – Quanto alla professione di avvocato, per evitare conflitti di interessi fra le mie battaglie politiche e le mie attività di professionista ho preferito astenermi da qualsiasi attività professionale e autosospendermi dall’Albo degli avvocati di Roma. Subito dopo aver terminato la mia esperienza di Presidente del Consiglio mi sono stati offerti svariati incarichi professionali, ma li ho rifiutati”. 

Quindo con una velata frecciata a qualche collega afferma: “Ho assolutamente evitato di spendere il patrimonio di conoscenze personali accumulato quando ero premier per ottenere incarichi al soldo di governi stranieri, fondi sovrani o società collegate. Cosa, questa, che ritengo assolutamente inaccettabile e profondamente immorale, in particolare per chi ha ricevuto un mandato parlamentare ed è retribuito coi soldi dei cittadini italiani”.  

“Ho preferito declinare anche le varie offerte di agenzie internazionali – continua Conte – che propongono cicli di conferenze ben retribuite in giro per il mondo, cosa, quest’ultima, che invece ritengo accettabile, se però accompagnata da precisi paletti che prevengano conflitti di interesse con il mandato parlamentare”.