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Israele, Idf: “Smantellata struttura militare Hamas nel nord di Gaza”

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(Adnkronos) – La struttura militare di Hamas è stata smantellata nel nord della Striscia di Gaza. A dichiararlo il portavoce Daniel Hagari delle Forze di Difesa Israeliane (Idf). Il portavoce ha detto che Hamas aveva due brigate con 12 reggimenti nel nord della striscia costiera prima dell’inizio della guerra tre mesi fa. “In totale c’erano circa 14.000 terroristi”, ha sottolineato Hagari. Da allora, numerosi comandanti sono stati uccisi e armi e munizioni sono state distrutte. I soldati dell’Idf hanno trovato e demolito tunnel sotterranei”.  

Solo nel campo profughi di Jabalia, nella sezione settentrionale della Striscia di Gaza, Hagari ha detto che l’esercito ha trovato otto chilometri di tunnel sotterranei e 40 ingressi. ”Hamas – ha spiegato – non funziona più in modo coordinato nell’area. Ci sono ancora terroristi a Jabalia, ma ora operano senza una struttura e senza comandanti”. Tuttavia, ha affermato, “da quest’area sono attesi altri sporadici attacchi missilistici contro Israele”. L’esercito israeliano ”sta cercando di distruggere le strutture di Hamas nel centro e nel sud della Striscia di Gaza, un processo che richiederà tempo. I combattimenti continueranno per tutto l’anno”. 

I soldati israeliani hanno ucciso i comandanti del battaglione di Hamas che ha condotto il massacro nel kubbitz Beeri, uno degli attacchi più sanguinosi dello scorso 7 ottobre. Lo riferiscono le Idf (le forze di difesa israeliane) e lo Shin Bet spiegando che il comandante del battaglione Nuseirat di Hamas, Ismail Siraj, e il suo vice, Ahmed Wahaba, sono stati uccisi in un attacco aereo questa sera nella Striscia di Gaza. 

La nota congiunta aggiunge che Siraj in precedenza era stato comandante della compagnia militare Nukhba di Hamas ed era anche coinvolto nella produzione di razzi. Il battaglione Nuseirat ha compiuto il massacro nel Kibbutz Be’eri e in altre comunità israeliane di confine il 7 ottobre. Lo stesso battaglione è stato anche coinvolto nel lancio di missili anticarro e droni contro le truppe israeliane attive a Gaza negli ultimi mesi, precisa l’Idf. 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha intanto chiesto di ”mettere da parte tutto”, ovvero le divergenze, fino alla vittoria contro Hamas. ”Restiamo uniti”, ha dichiarato in un videomessaggio il giorno dopo che il membro del gabinetto di guerra Benny Gantz gli aveva chiesto di scegliere tra l’unità o i giochi politici. 

”Non stiamo dando l’immunità a Hamas da nessuna parte e stiamo lottando per ripristinare la sicurezza sia nel sud sia nel nord”, ha detto Netanyahu. ”Fino ad allora, e per farlo, dobbiamo mettere tutto da parte e continuare insieme fino a ottenere la vittoria completa”, ha aggiunto affermando che l’offensiva militare a Gaza deve continuare ”fino a quando non raggiungeremo tutti gli obiettivi”. Ovvero distruggere Hamas, liberare gli ostaggi e garantire che la Striscia di Gaza ”non costituisca più una minaccia per Israele”. 

Medici Senza Frontiere (Msf) ha preso dal canto suo la difficile decisione di evacuare il suo personale e le loro famiglie dall’area dell’ospedale Al-Aqsa, dopo giorni di combattimenti dell’artiglieria nella zona centrale di Gaza e in seguito all’ordine di evacuazione diffuso dalle forze israeliane in tarda mattinata con dei volantini nei quartieri attorno all’ospedale dove lavora l’organizzazione medico umanitaria. 

“Con un grosso peso sul cuore siamo costretti ad evacuare mentre i pazienti, il personale ospedaliero e molte persone in cerca di un posto sicuro rimangono nei locali dell’ospedale”, dichiara Carolina Lopez, coordinatrice dell’emergenza di MSF all’ospedale di Al-Aqsa. Ieri, si sottolinea, alle 13.30, un proiettile ha perforato pesantemente un muro del reparto della terapia intensiva dell’ospedale di Al-Aqsa. Negli ultimi due giorni gli attacchi dei droni e il fuoco dei cecchini erano a poche centinaia di metri dall’ospedale. 

“La situazione è diventata così pericolosa che alcuni membri dello staff che vivono nelle zone limitrofe non hanno potuto lasciare le proprie case a causa del rischio continuo di droni e cecchini”, dichiara Lopez. “La conseguente riduzione del personale nell’ospedale ha avuto un impatto sull’assistenza ai pazienti ”. “Ribadiamo che Israele ha l’obbligo, secondo il diritto umanitario internazionale, di proteggere i pazienti e il personale che ancora lavora nell’unico ospedale funzionante nell’area centrale di Gaza”, aggiunge Lopez. Medici Senza Frontiere continua a chiedere con urgenza un cessate il fuoco prolungato per evitare altri morti e feriti. 

Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dei razzi lanciati sabatomattina dal Libano verso il Monte Meron, nel nord di Israele. In una dichiarazione, citata dal Times of Israel, il gruppo terroristico afferma di aver preso di mira un’installazione militare israeliana nell’area. Per Hezbollah l’attacco è “una risposta iniziale” all’uccisione in Libano del leader di Hamas Saleh al-Arouri avvenuta la scorsa settimana. Circa 40 razzi sono stati lanciati dal Libano questa mattina sulla zona del Monte Meron, ha spiegato l’IDF, e le sirene sono suonate in molte comunità vicine al confine settentrionale, lanciando l’allarme per possibili razzi in arrivo e sospette infiltrazioni di droni. Non ci sono notizie di feriti mentre i militari israeliani affermano di colpito una cellula nel sud del Libano, responsabile di alcuni lanci di razzi. 

L’esercito americano ha abbattuto ”per autodifesa” nel Mar Rosso un drone ”lanciato dai miliziani Houthi che controllano parti dello Yemen”. Lo ha scritto il Centcom su ‘X’, precisando che il drone è stato abbattuto dalla sua nave da guerra Uss Laboon nelle vicinanze di diverse navi mercantili. Non sono stati segnalati danni o vittime a causa dell’accaduto.