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Israele-Hamas, la disperazione delle famiglie degli ostaggi: “Speriamo in intervento Blinken”

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(Adnkronos) – Le famiglie di quattro ostaggi a Gaza hanno diffuso le foto delle loro figlie, scattate poco dopo essere state fatte prigioniere, dopo l’attacco di Hamas a Israele lo scorso 7 ottobre. E’ solo l’ultimo gesto disperato dei parenti dei rapiti. Le foto sono state pubblicate dal ‘Daily Mail’ in occasione del terzo mese della loro prigionia, nel tentativo di intensificare la pressione internazionale per un accordo sugli ostaggi. Si tratta delle immagini di tre diciannovenni Karina Ariev, Agam Berger e Daniela Gilboa, oltre alla più piccola, l’appena diciottenne Liri Albag. 

Hamas ha ripetuto pubblicamente che non intende rilasciare altri ostaggi, oltre ai 105 liberati nel quadro dell’accordo di novembre, a meno che Israele non metta fine completamente al conflitto. Ora i familiari degli ostaggi, ha spiegato al ‘Times of Israel’ Ronen Neutra, il cui figlio Omer è ancora ostaggio, si aspettano di avere un aggiornamento su possibili negoziati per il rilascio dei loro cari dal segretario di stato americano Antony Blinken, giunto in Israele nel quadro della sua quarta missione nella regione con tappe tappe a Istanbul, Creta, Amman, Doha, Abu Dhabi, Al ‘Ula, in Arabia Saudita, la Cisgiordania e Il Cairo. 

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha intanto incontrato i parenti dei militari rapiti, ai quali ha garantito che l’operazione non si fermerà fino a quando non saranno stati riportati a casa. Si ritiene che 136 ostaggi, rapiti da Hamas il 7 ottobre, siano a Gaza – non tutti vivi – dopo il rilascio di una parte di loro durante la tregua di una settimana a fine novembre mediata dal Qatar. Prima ancora erano stati liberati quattro ostaggi e uno era stato salvato dai militari. Sono stati recuperati anche i corpi di altri otto sequestrati. 

Le forze di difesa israeliane hanno confermato la morte di 25 persone ancora detenute da Hamas, citando informazioni di intelligence e risultati di test ottenuti dalle truppe che operano a Gaza. Hamas ha anche i corpi dei soldati israeliani Oron Shaul e Hadar Goldin dal 2014, e detiene due civili israeliani, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, che si ritiene siano entrambi vivi dopo essere entrati nella Striscia di propria iniziativa nel 2014 e 2015, rispettivamente. 

Un appello alle autorità israeliane affinché accettino un accordo per uno scambio di prigionieri con Hamas è stato lanciato da Elad Katzir, il 47enne israeliano rapito lo scorso 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz e apparso ieri in un video diffuso dalla Jihad Islamica. Già il 20 dicembre Katzir era apparso in un video di propaganda del gruppo islamista palestinese basato nella Striscia di Gaza. 

“Mi avete lasciato prigioniero ad affrontare la morte per la prima volta il 7 ottobre ed ora sono tre mesi che mi lasciate ad affrontare la morte qui a Gaza”, ha dichiarato l’uomo tenuto in ostaggio, rivolgendosi al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e ai membri della Knesset. 

“Sono tre mesi che sono nella morsa della Jihad islamica”, ha proseguito Katzir, sottolineando di essere “miracolosamente sopravvissuto” il 7 ottobre e rammaricandosi di aver appreso la notizia della morte dell’ “amico” Tamir Hadar a Gaza. “Non dite alla mia famiglia che avete fatto tutto per il mio rilascio. Questo non è vero”, ha aggiunto Katzir, riferendosi ancora al governo e chiedendo che venga fermata “questa guerra di sterminio”. 

A Doha sono volate le famiglie di sei ostaggi in mano ai terroristi. “Abbiamo incontrato il primo ministro del Qatar”, ha detto Daniel Lifshitz, nipote di uno dei sequestrati, Oded Lifshitz. “E’ stato importante per loro ascoltare direttamente il punto di vista delle famiglie. Il messaggio chiave che ci è stato consegnato durante l’incontro che abbiamo avuto è che un cessate il fuoco potrebbe accelerare l’avanzamento dei negoziati per il rilascio di tutti gli ostaggi”.  

“Erano attenti, conoscevano le nostre storie e hanno mostrato partecipazione”, ha dichiarato Ruby Chen, il cui figlio Itay Chen è stato sequestrato il 7 ottobre. Il Qatar considera la situazione degli ostaggi una crisi umanitaria ed un’assoluta priorità, ha proseguito. “Il divario tra le due parti è ancora ampio”, ha però aggiunto, riferendo dei colloqui. “Abbiamo avvertito il fatto che il governo del Qatar è impegnato a raggiungere l’obiettivo di liberare tutti gli ostaggi, e lo considera una missione della massima importanza umanitaria, che porterà tranquillità nella regione”, ha spiegato Noam Perry, figlia di Haim Perry, tra i rapiti, che ha chiesto al governo di dare priorità al rilascio degli ostaggi. 

Le Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno annunciato ieri, come riportano i media dello Stato ebraico, di aver sventato un tentativo delle Forze di difesa israeliane (Idf) di liberare un ostaggio nel campo di Bureij, nella zona centrale della Striscia di Gaza.