AGGIORNAMENTO DEL 22/04/2024
A due giorni dal ritrovamento dell’ultimo corpo disperso, il cantiere Esselunga di via Mariti è ora sotto sequestro effettivo. Possono accedervi, quindi, solo gli investigatori e i soggetti che sono autorizzati alle indagini. Già attivo il nucleo investigativo, che sta esaminando documenti, contratti e video del momento del crollo.
Oggi le domande sono le stesse di ieri: la trave, se era già stata ancorata al pilone (e anche questo è da verificare), come è potuta cadere? Si tratta di un difetto di fabbricazione o di trasporto? Oppure l’errore di cui si parla è progettuale? Perché gli operai si trovavano lì. Tutte domande ancora senza risposta e che le indagini dovranno dipanare.
Indagini non semplici anche a causa di un folto numero di ditte in subappalto che lavoravano nello stesso cantiere. L’ombra del caporalato sembra pesare più di ogni altra anche sulla costruzione del supermercato di via Mariti.
Intanto, il Pubblico Ministero ha disposto l’autopsia sui cinque corpi. Il procuratore Spiezia ieri diceva che era molto difficile poter ricollegare i nomi e i corpi, data la situazione in cui si trovano le salme.
La manifestazione di ieri pomeriggio, in cui erano presenti Landini (Cgil) e Bombardieri (Uil) ha chiesto al governo di intervenire in materia di sicurezza. I sindacati denunciano una mancanza di relazioni con il governo su questo punto da mesi e chiedono l’istituzione della fattispecie dell’omicidio sul lavoro. Punto sul quale il guardasigilli Nordio ha già detto di non essere d’accordo.
“Siamo stufi di contare i morti” hanno detto ieri le migliaia di persone che erano in via Mariti non per commemorare, ma per chiedere risposte. La politica deve farsi carico di quanto avvenuto. Oggi più che mai, dicono in coro.
NOTIZIA DEL 20/02/2024
E’ stato ritrovato questa sera l’ultimo disperso del crollo del cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze. Sono stati necessari cinque lunghi giorni senza riposo per poter riuscire a trovare la quinta vittima, che dovrebbe essere Bouzekri Rachimi, anche se è ancora molto complesso riconoscere i corpi.
Il bilancio della strage del 16 febbraio è quindi di 5 morti e 3 feriti. Le 5 vittime sono:
Bouzekri Rachimi di 56 anni
Luigi Coclite di 59 anni
Taoufik Haidar di 45 anni
Mohamed Toukabri di 54 anni
Mohamed El Ferhane di soli 24 anni
I 3 operai feriti, invece, sarebbero fuori pericolo, a quanto riferisce il presidente della Regione Eugenio Giani.
Adesso sarà compito della magistratura mettere definitivamente sotto sequestro il cantiere. Da ora, infatti, si aprono le vere e proprie indagini, che potranno districare la difficile matassa di subappalti e responsabilità.
Crollo cantiere Esselunga / Ancora in corso le ricerche dell’ultimo disperso
Si dovrà capire la dinamica dell’incidente: gli 8 operai lavoravano in un’area non sicura? Il problema era sulla trave prefabbricata? La trave era solamente appoggiata o era già stata fissata? Se fosse stata solo appoggiata, perché alcuni operai lavoravano al di sopra di un solaio provvisorio? E perché gli altri stavano lavorando al di sotto di un’area che sarebbe stata inagibile?
Ci sono poi le responsabilità legate a contratti non congrui (come un contratto da metalmeccanico al posto di quello edile) o alla possibilità che alcuni di loro fossero immigrati irregolari e non disponessero del permesso di soggiorno.
Intanto, i lavori al cantiere Esselunga si fermeranno per molto tempo. E cosa ne sarà di quello scheletro di cemento sarà una domanda da porsi tra qualche mese. Quando responsabilità e indagini saranno terminate.
Domani i sindacati manifesteranno in via Mariti, alle 16:30, davanti al luogo del crollo del cantiere Esselunga. Saranno presenti i segretari generali di Uil e Cgil, Bombardieri e Landini. Uno sciopero riguarderà le ultime due ore di lavoro dei turni di metalmeccanici e edili.
“Basta parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità. Massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte. Non una fatalità!”, dicono i sindacati.