di Umberto Cecchi
Una volta, anni fa, scrissi che il sindaco Nardella mi
piaceva quando suona il violino. Mantengo la mia idea di
allora. Mi piace molto meno quando fa il sindaco e si
arrampica sugli specchi per cercare di essere eletto nel
grande circo politico europeo. E si lascia trasportare da
timori elettorali ora che il suo mandato è agli sgoccioli e
deve trovarsi una sistemazione per il futuro, non in una
orchestra, come sarebbe auspicabile, ma a Bruxelles. Ora
per farsi ricordare dagli elettori ha elaborato un libro
dall’originalissimo titolo che recita, ‘La città universale’ città
che ovviamente è Firenze, pozzo di san Patrizio per
qualsiasi pubblicità.
Bene, una volta pronto il libro che è di per se un mezzo
pubblicitario, va anche reclamizzato, ma per farlo,
specialmente in politica, non basta dirlo agli amici, ci vuol
anche il posto giusto, i relatori e la data giusta. Così,
pronubi Romano Prodi e il direttore di ‘Repubblica’ il luogo
è trovato: l’università Luiss, il giorno stabilito per il lancio, a fine marzo.
Nardella era soddisfatto: sotto elezione, la Città
Eterna avrebbe preso atto della realtà politica
memorie e sviluppo della Città Universale, che in realtà è
arenata nel suo sviluppo negli ultimi decenni fra poche
novità per arte, cultura, università in crisi, imprese
abbandonate: librerie storiche sparite, case editrici
scomparse. Resta la canzone ‘Sogna Firenze’ ma senza
più cascine.
Molti scrittori e giornalisti internazionali da tempo
lamentano la crisi della città madre dell’Umanesimo e del
Rinascimento, culla letteraria della prima metà del
Novecento. Ora si scopre in un saggio, ex abrupto ‘la città
universale’, non certo grazie alle nuove amministrazioni e
centri studi: Tram con paletti che ne coronano i binari come
rami spogli, deors lungo i marciapiedi , le Cascine che
farebbero invidia al Prater di Vienna, se non fosse per
spacciatori, prostitute, magnaccia, bande di scippatori.
Nessuno si accorge che la cultura è moribonda e se n’è andata altrove e il patrimonio della città
antica è soffocato da drammatiche non scelte urbanistiche.
Mentre il sindaco per rifarsi della Luiss ha pensato bene di
sfornare una trentina di pagine su un allegato al ‘Corriere
dea Sera’ in cambio di una valanga di articoli che elencano
la bravura degli amministratori.
Gubitosi ha analizzato la situazione informando Nardella che la cerimonia
di presentazione del libro deve essere rimandata a dopo le
elezioni per evitare di inserirsi nel periodo elettorale. Nardella, come se fino a ora avesse fatto il
pescatore in Arno e non il politico, cade dalle nuvole, si
dichiara meravigliato sostenendo in modo un tantino al di
sopra le righe.
‘Non me lo aspettavo’ – ha detto – ‘è un non rispetto per il
mondo universitario’. E Renzi non ha esitato a dire che ‘il
sindaco sfrutta l’occasione per atteggiarsi a martire
politico’.
L’impressione è che Nardella che ha governato la città fra
dubbi, ripensamenti, sogni politici e scarse realtà
operative , abbia voluto finire il mandato con un
canto del cigno. Non musicale, ma politico.