”Gli occupati sono diminuiti in media del 40%, con punte del -50% (Arezzo, Grosseto, Massa Carrara e Siena le province peggiori, Lucca e Pisa quelle dov’e’ andata ‘meno peggio’); il fatturato delle imprese si e’ ridotto in media del 10% all’anno; il 70% delle aziende che operano su lavori pubblici e si trovano a fare i conti con un forte indebitamento perche’ non vengono pagate a causa del patto di stabilita’; c’e’ una presenza preoccupante di irregolarita’ che, nonostante i benefici effetti del Durc, resta forte soprattutto per le infiltrazioni della criminalita’ organizzata che, specie attraverso i subappalti, usa l’edilizia per ‘lavare’ il denaro sporco”. E’ il quadro ”desolante” dell’edilizia in Toscana, emerso durante i lavori del X Congresso regionale della Filca, il sindacato dei lavoratori edili e del legno della Cisl, in corso oggi a Firenze. Il sindacato pero’ non si limita a ‘piangere’ per le difficolta’ e avanza proposte. ”Il primo scalino per tirarci fuori dalla fossa puo’ essere l’edilizia abitativa – ha detto il segretario generale uscente della Filca toscana, Massimo Bani – Senza consumare altro territorio, si puo’ varare un grande piano di ristrutturazioni, puntando sulla bioedilizia e la riqualificazione energetica, attraverso incentivi delle pubbliche amministrazioni, inserite nei piani strutturali. E per ‘ripulire’ l’edilizia dalle infiltrazioni c’e’ bisogno di una nuova legislazione sugli appalti, con l’esclusione del massimo ribasso e l’adozione del criterio dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa, con una riparametrazione che davvero non tanga conto solo del prezzo”.