Le Forze di difesa israeliane hanno confermato che la 401ma Brigata corazzata ha preso il controllo questa mattina del valico di Rafah dal lato di Gaza. Valico, tra l’Egitto e il sud della Striscia di Gaza, che è stato chiuso sul lato palestinese ”per la presenza dei carri armati israeliani”, ha reso noto un portavoce dell’autorità del valico all’emittente al-Arabiya. Di conseguenza è stato interrotto l’arrivo di aiuti umanitari destinato alla popolazione dell’enclave palestinese.
Il valico di Kerem Shalom tra Israele e la Striscia di Gaza è stato chiuso questa mattina ”per ragioni di sicurezza” e ”verrà riaperto non appena le condizioni lo permetteranno”, riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf).
Nell’operazione, hanno riferito le Idf, sono stati uccisi 20 miliziani, mentre sono stati localizzati tre “importanti” tunnel. Inoltre è stata colpita e distrutta un’auto carica di esplosivo lanciata contro un carro armato israeliano. Nessun militare è finora rimasto ferito nell’azione.
“Un’invasione di terra a Rafah sarebbe intollerabile per le sue devastanti conseguenze umanitarie e per il suo impatto destabilizzante nella regione”. A ribadirlo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel suo incontro al Palazzo di Vetro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rilanciando un appello “molto forte al governo israeliano ed alla leadership di Hamas perché compiano un passo in più per concretizzare un accordo che è assolutamente vitale. È un’opportunità che non può essere persa”.
Intanto una delegazione del Qatar sarà oggi al Cairo per la ripresa dei negoziati indiretti tra Israele e Hamaas sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Doha, esprimendo “la speranza che i colloqui culminino in un accordo su un cessate il fuoco immediato e permanente, uno scambio di ostaggi e detenuti e in flusso sostenibile di aiuti umanitari in tutte le aree della Striscia”.
Dopo la frenata sui negoziati, con Israele che ha accusato Hamas di aver approvato una proposta “modificata” rispetto a quella concordata con i mediatori di Qatar ed Egitto e ritenuta “unilaterale” e “inaccettabile” da Tel Aviv, lo Stato ebraico ha lanciato nella tarda serata di ieri l’attacco a Rafah. Il raid era stato annunciato subito dopo la nota dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, dove si spiegava come il gabinetto di guerra israeliano avesse deciso all’unanimità di andare avanti con l’operazione a Rafah “per esercitare pressioni militari su Hamas con l’obiettivo di fare progressi nella liberazione degli ostaggi e per altri obiettivi di guerra”.
Del resto, spiegava ancora la nota, la proposta di tregua approvata dall’organizzazione islamista sarebbe considerata “lontana dalle richieste ritenute fondamentali da Israele”. Allo stesso tempo, però, lo Stato ebraico invierà comunque una delegazione al Cairo per tenere colloqui con i mediatori nel tentativo di trovare un accordo che soddisfi le sue richieste.