di Rebecca Belli
Valerio Abbate, imprenditore nel settore turistico ricettivo e agente immobiliare ma anche con un’importante esperienza politica alle spalle, si è candidato nuovamente al Consiglio Comunale di Firenze per Forza Italia. Ha iniziato infatti nel 1995 entrando a far parte del consiglio del Quartiere 1, sempre con Forza Italia, e nel 1999 è entrato per lo stesso partito in Consiglio Comunale, il più giovane consigliere eletto nelle grandi città, partecipando come vice presidente in Commissione Bilancio e inoltre come membro della Commissione Urbanistica.
Nel 2004 è stato il primo dei non eletti con 480 voti e poi, per un certo periodo di tempo, ha scelto di non ricandidarsi per dedicarsi ad altre attività. Da alcuni anni è ritornato a lavorare all’interno del partito a Firenze prima di ricandidarsi nel 2022 alle ultime elezioni politiche per la Camera dei Deputati sempre con Forza Italia.
Perché si è ricandidato alle prossime elezioni amministrative? Perché sento la necessità di risolvere i problemi di Firenze che, nonostante siano passati diversi anni dal mio impegno politico, sono rimasti gli stessi. Anzi, sono addirittura peggiorati. Credo che, grazie alla mia esperienza personale e politica, possa dare il mio contributo per far tornare la nostra città quella che era, visto che oggi, dopo anni in mano alla sinistra, è solo l’ombra di se stessa.
Qual è secondo lei il problema più grande di Firenze? Direi la sicurezza, un problema che coinvolge tutta la città. Io vivo e lavoro in Borgo Ognissanti che fa parte del centro storico. Una zona che da fiore all’occhiello si è trasformato in una specie di Bronx. Basti pensare che in pochi mesi in questa strada sono state rotte circa quaranta vetrine di esercizi commerciali e si è riempita si spacciatori. Uscire la sera è diventato pericoloso per chiunque. Questa non è la città in cui voglio vivere. Tutti, sia uomini ma soprattutto donne, meritano di vivere tranquillamente in un luogo dove possano sentirsi sicuri e muoversi liberamente. Con la mia candidatura voglio contribuire a riavere la mia città riportando ordine, pulizia e sicurezza per tutti, anche per i turisti.
Come si può raggiungere questo obiettivo? Innanzitutto utilizzare la polizia municipale come strumento di controllo territoriale, deterrenza e prevenzione invece che limitarsi soprattutto a fare multe. Crediamo che buona parte dei vigili urbani dovrebbero essere in giro per la città per svolgere queste attività. Cosa che l’amministrazione attuale non ha fatto e questo ha portato degrado e incuria. Diversamente la città tornerà ad essere vivibile sia per i cittadini che per i turisti.
Pensa che possa essere utile anche il contributo delle forze dell’ordine? Anche ma hanno un ruolo diverso che interessa altri tipi di reati che necessitano di indagini. Invece spetta alla polizia municipale controllare il territorio e occuparsi della piccola criminalità. Ovvio che ci saranno momenti in cui tutte le forze dell’ordine dovranno interagire ma soprattutto il cittadino vuole vedere il vigile urbano girare per le strade perché questo è rassicurante oltre che essere un deterrente per i malviventi. È necessario sfruttare meglio ciò che abbiamo prima di coinvolgere altri soggetti. E questo non è mai stato fatto.
Questo vale anche per le altre zone di Firenze? La situazione di tutta la città è sconfortante e oggi le zone tranquille sono davvero poche. La qualità della vita non è paragonabile a quelli di dieci anni fa. Ci sono aree dove il degrado sociale impera anche per la mancanza di sicurezza. Sicuramente c’è di peggio ma Firenze si è trasformata da salotto in una discarica e questo non va bene. Vogliamo riportare Firenze ad essere una città vivibile, come lo era dieci anni fa, e migliorarla. È necessario ricreare il tessuto sociale, economico e turistico. Si parla del centro di Firenze come del “salotto buono” ma noi vorremmo che tutta la città lo fosse. Dobbiamo eliminare il degrado ovunque, creare spazi verdi, ad esempio ripensare alle Cascine, il nostro polmone verde. Ma soprattutto è necessario che ogni zona esprima il suo potenziale.
Il turismo è importante per Firenze. Cosa ne pensa? È vero che il turismo è una delle nostre ricchezze fondamentali ma Forza Italia è convinta vada regolamentato. Prendiamo l’overtourism, ovvero i turisti che visitano Firenze in mezza giornata o dalla mattina alla sera, come i croceristi, che arrivano con i pullman riempiono la città e economicamente non portano niente. È questo tipo di turismo a dar fastidio non le varie piattaforme di prenotazione turistica e Airbnb. In quest’ultimo caso si tratta di persone che restano in città per più giorni ospitate in case private. Ovviamente ci vogliono delle regole ma questo tipo di turisti arricchiscono la città e i cittadini.
Il Sindaco Nardella sostiene che Airbnb svuoti il centro delle città. È falso. Se andiamo a guardare il flusso dei residenti che si sono spostati dal centro possiamo vedere che questo “esodo” parte da molto prima per la mancanza di servizi che non consente ancora oggi a chi vuole viverci di farlo in maniera comoda e normale. Parliamo di carenza di parcheggi, impossibilità di realizzare spesso ascensori all’interno di palazzi, tenendo conto del trend della popolazione, che impedisce a persone di una certa età di non poter vivere ai piani alti ed è costretto ad andare via. Non solo, l’amministrazione comunale non permette che un appartamento di proprietà venga affittato ai turisti. È la stessa amministrazione che però consente a multinazionali di creare centinaia di posti letto, di intervenire sull’ex Teatro Comunale realizzando 160 appartamenti in deroga al piano operativo comunale, concedendo di affittarli per brevi periodi. Il cittadino deve fare con i propri appartamenti e immobili ciò che vuole e l’amministrazione avrebbe dovuto rimettere a posto in questi anni le centinaia di appartamenti di sua proprietà per soddisfare le liste di attesa di chi ha veramente bisogno. Cosa che non è stata fatta. Inoltre, non ha progettato neanche nuovi interventi come project financing pubblici o privati, come faceva in passato, creando una situazione di totale inadeguatezza e incapacità. Così Nardella si nasconde dando la colpa agli Airbnb ma è stato lui a non aver saputo e voluto gestire il patrimonio di Firenze.
Lei è stato fra i primi a dichiarare di non volere la tramvia? Il centro è area Unesco e ricordo che in passato l’amministrazione voleva far passare la tramvia da piazza Duomo. Ora invece passa da piazza San Marco, deturpandola. Mi vanto di essere stato il primo nel 2001, ancor prima di Razzanelli, ad informare di questo progetto tutti i commercianti del centro nella zona interessata. Addirittura si riunirono in un comitato e, insieme a Forza Italia, fecero una manifestazione al Palagio di Parte Guelfa con una grande partecipazione.
Cosa ne pensa della realizzazione delle nuove linee? Noi siamo contrari alla tramvia per come è stata realizzata. Ormai è di vecchia concezione con pali che deturpano il paesaggio e, per questo, è superata. Inoltre non è un’infrastruttura versatile mentre noi da tempo proponiamo un sistema su gomma, elettrico che non ha bisogno di rotaie e di alimentazione. Un tipo di trasporto già utilizzato in Cina, lungo 30 metri, che può avere un percorso modificabile. Almeno per la tramvia che va a bagno a Ripoli vorremmo bloccare il progetto e pagare una penale di circa 50 milioni alla ditta appaltante ma ne risparmieremmo circa 600.
Un altro argomento che le sta a cuore è la salvaguardia dell’artigianato fiorentino e delle tradizioni. Bisogna fare in modo che determinate attività che fanno parte della storia di Firenze vengano aiutate e valorizzate prendendo spunto anche da altri paesi. In Francia, ad esempio, si aiuta certe produzioni artigianali perché sono un valore aggiunto importante dal punto di vista della tradizione e della creatività. Chi lavora in questi settori deve avere interesse a farlo perché, oltre alla passione, consente di vivere decorosamente. Oggi con la tassazione, i costi degli affitti ecc., è difficile far quadrare i bilanci. Bisogna aiutare queste imprese e Forza Italia ci ha pensato presentando l’emendamento al decreto Concorrenza, approvato dalla Camera e dal Senato, che intende tutelare e valorizzare gli esercizi commerciali storici e delle aree commerciali di pregio del Paese, considerati un patrimonio da preservare come bene culturale.
Aiutarle in che modo? Queste attività devono essere sostenute con una minore pressione fiscale, diminuendo, tra gli altri, gli oneri relativi ai dipendenti. L’artigianato artistico rappresenta la nostra identità e per questo dobbiamo averne un’attenzione particolare. Dobbiamo tutelare la nostra tradizione per non perderla definitivamente. Un patrimonio culturale e creativo che deve essere attrattivo anche per i giovani ma che sia anche profittevole. Per questo devono essere valorizzate dalle nostre istituzioni anche con percorsi dedicati e eventi diffusi dedicati. Solo così questo settore potrà superare questa difficoltà.