(Adnkronos) – “Oggi vorrei raccontare un caso-studio che chiamo virtuoso ed esemplificativo, che riguarda una caserma storica di Genova, definito ‘edificio della porta accanto’. Il demanio a tal proposito si è attivato su interventi di riqualificazione di queste caserme storiche, spesso vuote, in modo da razionalizzare le proprie spese. Da ciò, ne deriva un investimento non solo sul patrimonio storico culturale, ma anche sul piano del risparmio economico”. Sono le parole di Federica Ariaudo, Senior Energy and Sustainability consultant and Research presso MR Energy Systems s.r.l., a margine del panel ‘Rigenerare l’edilizia storica.
La dimensione green come valore’, tenutosi nel corso della prima giornata di ReBuild – Meeting the next built environment. In svolgimento al Centro congressi di Riva del Garda il 14 e 15 maggio 2024, ReBuild è la manifestazione dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito che quest’anno giunge alla sua decima edizione.
“In questo caso, si tratta, quindi, di tipologie di edifici molto diffusi, spesso sono storici, quindi tutelati perché hanno valenza storica. E tornando alla definizione di ‘edificio della porta accanto’, si definisce così anche perché spesso non ci si accorge di questa valenza storica, in quanto non sempre così chiara e dichiarata come ad esempio Galleria Borghese o altri edifici certificati da protocollo GBC Historic building – spiega Ariaudo – un protocollo che si applica a tutte le tipologie di edifici che una valenza storica, perché sono costruiti con tecnologie precedenti al 1945. L’applicazione di questo protocollo, quindi, è finalizzata alla valorizzazione della specificità del patrimonio edilizio europeo italiano, cioè la storicità”.
“La storia di un edificio come questo la ritroviamo nel corso dei lavori: sono state ritrovate pavimentazioni storiche, sia tradizionali locali che anche pavimentazioni, comunque con una valenza storica, anche se più recente. Tutte queste pavimentazioni sono servite per ricostruire meglio la storia di questo edificio, passato da essere villa a monastero, fino a diventare una caserma. La progettazione si è evoluta durante le fasi di scoperta di queste pavimentazioni, attraverso un confronto continuo con la sovrintendenza. La committenza ha voluto poi musealizzare questo edificio – continua – Nel piano seminterrato abbiamo trovato la storia e l’evoluzione del suo uso e di come l’edificio è cresciuto, da villa fino a caserma”.
“Si è capito, quindi, perché si definisce processo esemplificativo perché ci sono molti esempi nel nostro patrimonio edilizio su cui applicare questo protocollo, ma si definisce anche virtuoso perché l’iter certificativo è stato perfettamente allineato al all’iter dell’intervento – illustra Ariaudo – la registrazione, infatti, è avvenuta in concomitanza con l’inizio della progettazione definitiva; l’inizio della visione del progetto è avvenuta ad agosto 2021, alla consegna dell’esecutivo e la fine della redazione del progetto è avvenuta circa un mese dopo. Questo significa che la gara d’appalto è partita con tutta la parte certificativa già provata. Una sicurezza per l’impresa su tutto quello che era fase di progettazione sostenibile”, conclude.