Cresce la paura tra i più alti livelli del Partito democratico per una sconfitta di Joe Biden alle elezioni di novembre. E’ quanto scrive oggi Politico, sottolineando che il timore ora viene espresso da esponenti e strateghi che fino a qualche mese fa erano fiduciosi, nonostante la generalizzata mancanza di entusiasmo da parte della base dem per la rielezione del presidente 81enne, nella possibilità di una nuova sconfitta di Donald Trump.
Ora però a cinque mesi dal voto, l’ansia è diventata “palpabile trepidazione”, scrive il sito americano che ha interpellato oltre una decina di leader del partito e strateghi, sottolineando che quello che questi dicono a microfoni accesi è ben diverso da quello che confessano agli amici e colleghi in confidenza.
“Non vuoi essere tu quello che dice on the record che siamo condannati, che la campagna va male o che Biden sta facendo errori, nessuno vuole esserlo”, ammette uno stratega dem che è in stretto contatto con la Casa Bianca e per questo esige l’anonimato. Ma i sondaggi ostinatamente negativi di Biden, in elezioni così cruciali, stanno “provocando il panico”, aggiunge, affermando che non si tratta di dire “oddio, potrebbe vincere Mitt Romney, ma di dire oddio, la democrazia potrebbe finire”, riferendosi ai timori di una deriva autoritaria in caso di ritorno alla Casa Bianca di Trump.
A provocare il panico è il fatto che, nonostante i processi e la sfilza di accuse, Trump è nettamente avanti nei sondaggi degli stati chiave. E, cosa ancora più preoccupante, ad aprile ha raccolto più fondi di Biden. Tanto che ora il tycoon si sente così forte da lanciare attacchi anche in territori storicamente dem, con il New Jersey e New York, o gruppi elettorali, come ispanici e afroamericani, a lui, ed ai repubblicani, storicamente avversi.
A preoccuparsi sono anche i finanziatori del Partito democratico, e così uno dei loro consiglieri ha iniziato ha stilato una lista con oltre una ventina di ragioni per le quali Biden potrebbe essere sconfitto, dall’immigrazione all’inflazione, dall’età troppo avanzata, e l’impopolarità della sua vice Kamala Harris, al rischio che Robert Kennedy jr gli sottragga voti.
“I finanziatori mi pagano all’ora per sapere quello che penso, così ho pensato che fosse più facile mostrare loro la lista, così mentre leggono io mi bevo un drink”, racconta a Politico il consulente, ammettendo che la lista dei motivi per i quali Biden potrebbe vincere “è così corta che non devono neanche tenerla sul telefono”.