Per il quarto anno consecutivo, il Comune di Firenze, la Società San Giovanni Battista di Firenze, il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino e la Bottega Orafa Paolo Penko faranno rivivere l’antica tradizione fiorentina dell’incoronazione del Marzocco che, storicamente avveniva quattro giorni prima di San Giovanni, il 24 giugno.
Si tratta di una cerimonia breve ma di grande impatto simbolico e spettacolare, con il contributo del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, schierato per l’occasione in piazza della Signoria. La cerimonia avverrà domenica 16 giugno alle 11, con l’apposizione della corona sulla testa della statua del Marzocco. Al termine della cerimonia di incoronazione ci sarà anche la consegna del Premio Corona del Marzocco.
Già nel 1349 sulla facciata Nord di Palazzo Vecchio venne collocato un Marzocco in pietra che, durante le celebrazioni del patrono di Firenze San Giovanni Battista, veniva solennemente incoronato, come ad indicare che solo a lui era consentito portare una corona in una città libera. Una creazione unica, ideata per l’occasione, per celebrare il patrono di Firenze.
Preziosi trafori, cesellature e incisioni a bulino, arricchite con smalto rosso cremisi traslucido alternato a smalto bianco, caratterizzano questo capolavoro d’arte orafa. Perle, granati, cristalli di vari tagli e forme ed un lapislazzuli sono stati utilizzati per “gioiellare”, alla maniera antica, la corona destinata a decorare la testa del Marzocco.
La Corona del Marzocco è stata ideata dalla Bottega Orafa Penko in collaborazione con la società di San Giovanni Battista, il Comune di Firenze e con il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina. La corona, dal diametro di 26 cm, è realizzata in ottone dorato ed è costituita da un’importante fascia alta 15 cm. Suddivisa in sei ordini, è decorata con la tecnica del penkato, alternata a finissime cesellature e puntinature.
È decorata con cinque imponenti gigli bottonati, finemente cesellati su entrambi i lati e smaltati in rosso cremisi traslucido con preziose lumeggiature in oro. Ciascun giglio è impreziosito da un cristallo rosso sfaccettato con taglio a “braccio di croce”. I gigli si alternano a cinque gruppi di tre perle barocche a goccia, sostenute da un elemento a foglia di acanto con girali e volute; a fermare ogni perla, un piccolo elemento smaltato.
Al centro della corona spicca la testa del Marzocco di Donatello che indossa la Corona Granducale di Cosimo I de’ Medici. Nei suoi occhi sono incastonati due rubini birmani; ai suoi lati sono posizionati due loghi Penko con al centro una pietra bianca sfaccettata. Sullo stesso registro del Marzocco sono disposti 19 elementi decorativi quadrilobati di varie forme, cesellati e incisi a bulino, e impreziositi da granati, perle, cristalli e castoni decorati con smalto cremisi e bianco. Al di sotto si trova il motto “Corona porto per la patria degna acciocchè libertà ciascun mantegna”, come riportato dal novelliere Franco Sacchetti. Il motto è inciso a bulino in carattere “Rotunda”, ispirato a quello usato dall’umanista fiorentino Poggio Bracciolini.
Sotto la criniera del marzocco è inserito un lapislazzuli cabochon, con al centro il simbolo della Società di San Giovanni Battista. Sulla stessa fascia si trovano 28 castoni penkati che alternano sei perle sferiche di color rosato a 22 pietre rosse cabochon contornate da piccole decorazioni a smalto bianco. Sul retro della corona, San Giovanni Battista, così come è rappresentato sull’antico Fiorino di Firenze del 1252.