Si apre ufficialmente a Bruxelles la partita delle nomine europee. La premier Giorgia Meloni è attesa nella capitale belga per l’inizio dei lavori del Consiglio europeo – l’arrivo dei leader all’Europa Building con i ‘doorstep’ è previsto per le 12.30. Sul tavolo del summit, a seguito della riunione informale dei leader del 17 giugno, ci sono le nomine per il prossimo ciclo istituzionale della Ue. Compito del Consiglio è infatti quello di eleggere il presidente del Consiglio europeo, nominare il presidente della Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri (queste ultime due nomine sono soggette a un voto del Parlamento).
In un duro discorso pronunciato ieri alla Camera e al Senato, Meloni ha bocciato “nel metodo e nel merito” l’accordo partorito dai negoziatori di Ppe, socialisti e liberali sui cosiddetti “top jobs” che prevede la riconferma di Ursula von der Leyen al vertice della Commissione europea e le nomine del portoghese Antonio Costa e della estone Kaja Kallas rispettivamente come presidente del Consiglio europeo e come Alto rappresentante della Ue.
La premier italiana ha denunciato una “conventio ad excludendum” ai danni dell’Italia invocando il rispetto, da parte dei gruppi dirigenti europei, del voto espresso dai cittadini alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Non è ancora chiaro come si comporterà Meloni al tavolo dei leader, allo stato attuale molto difficilmente dalla presidente del Consiglio potrebbe arrivare un sì alle nomine contenute nel ‘pacchetto’ confezionato da Ppe, S&D e Renew. Molto dipenderà dalle trattative di questa due giorni. L’Italia chiede una vicepresidenza e un commissario con deleghe pesanti: da tempo si fa il nome del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che potrebbe trovare posto a Bruxelles come super commissario alla Coesione e al Recovery Plan.
All’ordine del giorno del Consiglio europeo non ci sono solo i top jobs. I leader dei 27 Stati Ue discuteranno anche di altri temi come l’agenda strategica 2024-2029, l’Ucraina, il Medio Oriente, sicurezza, difesa, competitività e migranti. Per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, i 27 capi di Stato e di governo dovrebbero affrontare anche il tema dei progressi compiuti nell’uso dei beni congelati della Russia per sostenere l’Ucraina e la sua ricostruzione, oltre a fare il punto sul cammino di Kiev verso l’adesione all’Ue, in vista della prima conferenza di adesione del 25 giugno 2024. Sul fronte della sicurezza, invece, saranno esaminate le opzioni per incrementare i finanziamenti all’industria europea della difesa.