di Elisabetta Failla
Si è tenuto lo scorso 13 giugno alla Palazzina Reale di Firenze la IV edizione del Premio Architettura Toscana (PAT), promosso dal Consiglio regionale della Toscana, Ance Toscana e Architetti (attraverso gli Ordini di Firenze e Pisa, la Federazione toscana, la Fondazione fiorentina), con una particolare attenzione alla sua funzione sociale, a cui tutta la società partecipa e nella quale si rappresenta progettando le proprie città e il proprio territorio, cercando di promuovere una qualità di vita migliore anche nei singoli aspetti del quotidiano. Come ha spiegato il presidente del Comitato Organizzatore, Tommaso Barni, “L’architettura è un’opera collettiva che, partendo da un’idea, plasma lo spazio dove si vive.
Un concorso di idee non ha soltanto lo scopo di proclamare un vincitore ma dovrebbe anche accendere un dibattito sullo stile e la funzionalità architettonica proprio perché coinvolge lo spazio dove le persone vivono”. Dibattito che per il consigliere dell’Ordine degli Architetti di Firenze, Giorgio Cerrai è “fondamentale per far uscire le idee migliori e i percorsi più virtuosi”.
Parlare di architettura contemporanea a Firenze è talvolta difficile per una città famosa per la sua bellezza rinascimentale, dove i grandi Archistar hanno fatto fatica a veder accettati i propri progetti, nonostante abbiano vinto dei concorsi internazionali, se non addirittura non vederli realizzati. Pensiamo, fra i tanti progetti di architetti famosi che non vedranno mai la luce, alla Loggia Isozaki con cui si doveva dare agli Uffizi una nuova uscita o al progetto di Jean Nouvel relativo alla riprogettazione dell’ex area Fiat in viale Belfiore che non sono stati mai realizzati.
I sei progetti vincitori di questa quarta edizione si sono mostrati pienamente calati nella richiesta di capacità dell’interpretazione del contesto, della funzionalità sociale delle opere realizzate, della qualità costruttiva e della responsabilità ambientale, parametri cardine della valutazione.
Delle 119 opere esaminate dalla giuria, si aggiudicano il premio relativo alle cinque categorie previste – opera prima, opera di nuova costruzione, opera di restauro o recupero, opera di allestimenti o interni, opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione – La Casa dell’Architetto (Collodi, Pistoia), Biblioteca Scuola Normale Superiore (Pisa), Cantina di Guado al Tasso (Castagneto Carducci, Livorno), Factory (Firenze), GO – Giunti Odeon (Firenze) e Borgo di Torri (Sovicille, Siena). I progetti premiati per questa edizione sono sei perché la giuria ha assegnato un ex-aequo nella categoria opera di restauro o recupero.
Interessante anche l’allestimento della mostra di questa edizione anch’esso oggetto di un concorso, dedicato a giovani progettisti, per l’allestimento della mostra itinerante delle opere vincitrici, che ha visto vincitore il progetto con titolo “La charrette” degli arch. Francesca Sorli, Mario Del Gaudio e Giulia Zucca, che richiama – come sottolineato nelle motivazioni delle giuria – “con freschezza e giocosità, il mondo delle costruzioni”.
Come per le edizioni passate, anche questa volta sono state premiate la ricerca, la qualità del fare progettuale, l’opera architettonica come strumento di rigenerazione, trasformazione del territorio, oggi più di ieri al centro del dibattito in termini di sostenibilità e di rapporto tra uomo e ambiente. La giuria per questa edizione 2024 è stata composta dagli architetti Michele De Lucchi, Michel Carlana, Francesco Isidori, Claudia Mainardi e la prof.ssa Emanuela Saporito, quest’ultima eletta presidente.
Il Premio Architettura Toscana è promosso da Consiglio regionale della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Firenze, Federazione degli Architetti della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Pisa, Fondazione Architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio nazionale degli Architetti ed il contributo di PB Finestre.