Don Stinchi diceva ” ‘Chi sbaglia è giusto che paghi ma nessuno deve essere maltrattato fino al punto di uccidersi o impazzire. Questa non è riabilitazione, è tortura.’
C’era una volta nel cuore di Firenze dove oggi c’è il teatro
Verdi, il carcere delle Stinche, cosiddetto dal vocabolo
tedesco Stink: puzzo, cattivo odore. Era un inferno: topi,
scarafaggi, e secondo il Winkel anche qualche pipistrello. I
secoli ci hanno portato alla nostra cultura odierna, a
sentimenti e valori sociali diversi, ma il carcere di Firenze è
sempre quello, con alcune piccole varianti.
Secondo la mia esperienza personale, come parlamentare
ho visitato le carceri turche, accusate di affollamento e
maltrattamento, il nostro carcere è a un livello inferiore.
Vergognosamente. Per anni l’Europa ci ha richiamati a porre
rimedio a questa situazione inaccettabile in un paese civile,
ma né ministri, né deputati, governatori o sindaci, e
neppure la popolazione fiorentina, ha fatto niente: sono finiti
anche i tempi dei Ciompi, quando i fiorentini erano capaci
ancora di incazzarsi. Non sottomessi all’ipocrisia dei
politici, che parlano a ruota libera di una società che deve
rispetto ai migranti che poi ignora, ma dimenticano i
residenti. Un atteggiamento dei più incivili.
Da direttore della Nazione, anni fa, avevo sollecitato
l’attenzione dei cronisti sul carcere. Il mio consigliere e
amico era don Cuba, il prete delle carceri, che mi potava a
Sollicciano. ‘Chi sbaglia è giusto che paghi – mi diceva- ma
nessuno deve essere maltrattato fino al punto di uccidersi o
impazzire. Questa non è riabilitazione, è tortura.’ Da allora
tutto è peggiorato, e io propongo che in nome di questa
ipocrisia il carcere di sollicciano venga ribattezzato ‘Le
Nuove Stinche’.
Dove sono i cosiddetti politici che ci illudono di
amministrare questa città. E dove sono lo le opposizioni,
dove i rappresentanti governativi che dovrebbero
intervenire preso il governo? Dove i cittadini? Rileggo David
Leavit. ‘Florence. A delicate case’. Un libro che non ha una
parola di assoluzione per la città e per i suoi cittadini che
definisce indifferenti come il bugnato dei loro palazzi.
Egocentrici. Senza più il minimo senso di pietà o di
comunità
Quello di Sollicciano ,il suicidio di un giovane che aveva
chiesto più volte aiuto, non ha scusanti. Signor ministro si
svegli, sindaca si desti. non faccia come i suoi
predecessori. Firenze fatti sentire per non dover annegare
nella vergogna dell’inciviltà.