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Questa città in declino affidata al nepotismo per risalire in graduatoria. Ma non può bastare

admin
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In un mio articolo che precedeva di poco le elezioni amministrative, auspicavo un cambiamento decisivo. Mi auguravo uno schieramento diverso, finalmente, alla guidadella città, che pian piano è finita nelle graduatorie
nazionali, nei posti di coda.

 

di Umberto Cecchi

Non me lo auguravo perchè
spinto da una ideologia: una città può essere amministrata
bene o male sia da destra che da sinistra, ma queste non
hanno più sete di novità non funziona né l’una ne l’altra.
Se si leggono i giornali di dieci anni orsono, troviamo
elencati i problemi, le mancanze e gli errori di ieri.

Novità unica forse la tramvia, non ancora conclusa, e
sbagliata nelle scelte: La scelta della tranvia come quella fiorentina era stata accantonata da tutte le altre città europee, come a suo tempo emerse da numerosi articoli. Nessuno la volle,
compresa la Francia, socia in casa nostra della
realizzazione e gestione della medesima e di altri servizi di
comunicazione su strada. Milano la scelse per prima. Una linea per il Monumentale, poi basta. Una era e una è rimasta.

Per quanto riguarda l’alta velocità sia ancora li alla ricerca
di una soluzione sul percorso sotterraneo. Della stazione
invece non si parla più. Si torna, con tutti i problemi che ci
sono, a Campo di Marte. Fatto lo sfregio di viale Corsica,
abbiamo imitato i gatti, che defecano poi tentano di
nascondere il fattaccio. Esempio questo che la città non
ha forza politica.
Non sono un conservatore: mai stato, ho lascito le politiche
impantanate negli immutati credi ideologici, che ormai
nessuno più segue fatta eccezione per chi con quelli
sfangano la vita. La politica sta cambiando profondamente:
gli ideali sono diventati ancor più una bandiera da
sventolare per dimostrare d’aver bottega e darsi un
contegno. Le scelte devono rispondere alle esigenza più
redditizie di un partito. S ’ha da campare lavorando il
giusto. E la popolazione resta ancora il supporto del nulla.

Politici veri anche a Firenze, città di politici, non ne esistono
più. Ci sono i ‘successori’. Il nepotismo è ancora uno dei nostri difetti. Ma è il nepotismo che traccia i percorsi chiusi, riservati, dai quali non si esce.

Ecco, il male per le città, e certo per Firenze , ingessata
da anni è il conservatorismo incallito, in un tempo i cui si
parla sempre più di innovazioni e di futuro. Qual’è il futuro
di Firenze? Una malavita dei colletti bianchi che vive
indisturbata? Un turismo sregolato e ‘padrone’? Il trionfo
delle pizze al taglio con tavoli apparecchiati sui
marciapiedi? Uno tsunami di auto che vorticano senza
sapere ove poter parcheggiare e una polizia cittadina che
non aiuta perchè non si vede? Ieri, oggi, domani.
Come diceva il principe di Salina? Che tutto cambi perché
tutto resti uguale.
Scrivevo giorni fa della sparita cultura fiorentina, e un
anziano signore, mi ha telefonato dicendomi ‘ Caro Cecchi,
ci pensi un pò su, una volta avevamo gli anglobeceri, un
fenomeno internazionale. Ci sono rimasti solo i beceri. E la
cosa peggiore è che a nessuno interessa più nulla. Nè a
destra ne a sinistra. E tantomeno ai fiorentini