Home ULTIM'ORA Morte Matthew Perry, attore ucciso da ketamina? Effetti e a cosa serve

Morte Matthew Perry, attore ucciso da ketamina? Effetti e a cosa serve

Adnkronos
45
0

(Adnkronos) – Sintetizzata nel 1962 come farmaco anestetico e antidolorifico, la ketamina – che avrebbe ucciso l’attore star di ‘Friends’ Matthew Perry, morte per la quale 5 persone, tra cui due medici – è utilizzata ancora oggi per indurre e mantenere l’anestesia, soprattutto in veterinaria. Nata come anestetico ed efficace – anche – nel trattamento della depressione, è un farmaco fondamentale, ma anche una potente droga. La forma più comune di ketamina usata in ambito medico è quella di un liquido chiaro, incolore e insapore, molto simile all’acqua, disponibile in fiale o flaconcini. La doppia faccia della ketamina è bene spiegata dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri –Irccs.  

Negli anni ’70 era una delle sostanze d’abuso più popolari fra le comunità hippie. Ai giorni nostri la ketamina – anche nota con i nomi di strada K, Ketaset, Special K, Kit kat, Super acid, Cat valium, Valium per gatto o Vitamina K – è una delle droghe dello ‘sballo’ più consumate in Europa. Secondo quanto emerge dallo studio sulle acque reflue del Sewage Analysis CORe group Europe, in cui è stato coinvolto per l’Italia l’Istituto Mario Negri, tra le prime città del continente per consumo della sostanza d’abuso attualmente c’è Milano, assieme a Bristol, Barcellona, Zurigo, Anversa e Rotterdam. 

Spesso consumata in combinazione con alcol, allucinogeni o amfetamine, la Special K viene associata alla cocaina in un noto mix definito CK, alias Calvin-Klein. Se però si esce dal perimetro dell’abuso voluttuario e ci si sposta nel contesto sanitario si scopre che questa sostanza, anche se usata impropriamente come droga, è un importante farmaco sedativo, definito “anestetico gentile” perché sopprime la respirazione molto meno di altri farmaci utilizzati in anestesia. Talmente importante da essere stato inserito dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) nella ‘Lista dei farmaci essenziali’ che tutti gli ospedali dovrebbero avere. 

La ketamina è utilizzata anche in ambito veterinario per le sue proprietà anestetiche, in particolare in situazioni di emergenza e chirurgiche per animali di diverse taglie. La sua sicurezza ed efficacia nel mantenere gli animali in uno stato anestetico senza compromettere gravemente la respirazione la rendono la scelta ideale per molte procedure. 

La ketamina, in maniera simile ad oppiacei come il Fentanyl o l’Oxycontin – spiegano dall’Irccs – nasce come farmaco anestetico per poi dilagare come sostanza utilizzata in modo improprio o illegale. Tuttavia, a differenza degli oppiacei – che agiscono legandosi ai recettori degli oppioidi nel cervello, riducendo la percezione del dolore e inducendo euforia – la ketamina interagisce con il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel sistema nervoso centrale: il glutammato. Essa si lega, in particolare, ai recettori NMDA (N-metil-D-aspartato), bloccandone l’attivazione, impedendo così l’azione del glutammato e producendo effetti dissociativi che riducono la percezione del dolore senza deprimere significativamente la respirazione.  

Sebbene meno potente dell’Lsd in termini di allucinazioni visive, la ketamina è in grado di provocare euforia, una forte sensazione di distacco dal corpo e una percezione alterata della realtà. Grazie alla sua relativa sicurezza – spiegano dall’Istituto Mario Negri – e agli effetti antidolorifici dissociativi, la ketamina venne utilizzata come anestetico durante la guerra del Vietnam, trasformandosi presto in sostanza d’abuso popolarissima tra i militari e successivamente nella popolazione civile. Per essere venduta come sostanza illegale viene sottoposta a un processo di evaporazione in modo da ottenere una polvere bianca che può essere sniffata o assunta in compresse o capsule, oppure sciolta in un liquido e iniettata. 

La persona sotto effetto di ketamina entra in uno stato di dormiveglia: può rispondere a dei comandi ma non sente dolore. Uno degli effetti distintivi di questo antidolorifico è la sensazione di separazione, cognitiva ed emotiva, tra mente e corpo, inclusi fenomeni di derealizzazione e depersonalizzazione. Questi effetti possono essere utili per gestire il dolore acuto e cronico, riducendo la sofferenza percepita. La ketamina è ampiamente utilizzata in terapia intensiva e pronto soccorso grazie alla sua capacità di fornire un’anestesia rapida e sicura senza deprimere significativamente la respirazione. 

 Tra gli effetti più preoccupanti derivati dall’uso prolungato della ketamina c’è il pericolo di sviluppare dipendenza e assuefazione. La dipendenza è determinata sia dalle proprietà psichedelico/dissociative che dagli effetti neurobiologici che ha in comune con la cocaina, gli oppiacei, l’alcol e la cannabis. Chi consuma questa sostanza d’abuso assiduamente corre il pericolo di subire seri danni alla vescica, fino a dover ricorrere, in alcuni casi, a un intervento per l’asportazione dell’intero organo. La ketamina danneggia infatti le cellule epiteliali di cui è rivestita la vescica, che hanno il compito di contenere l’urina, facendo loro perdere la funzione che le caratterizza.