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Manovra 2024, da pensioni a taglio tasse per 22 milioni di italiani: il piano

Adnkronos
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(Adnkronos) –
Dalla stretta sulle pensioni all’operazione ‘ceto medio’ che porterebbe benefici fiscali ad altri 8 milioni di contribuenti, accanto ai 14 milioni di lavoratori interessati dal taglio del cuneo fiscale, per un totale di 22 milioni di contribuenti coinvolti dal taglio delle tasse. Sono queste le ipotesi sul pacchetto pensioni e quello fiscale sulle quali lavora il governo in vista della manovra.  

Sul fronte previdenziale, i tecnici dei ministeri del Lavoro e del Tesoro lavorano su varie simulazioni per una stretta all’anticipo pensionistico, liberando risorse da una misura – quota 103 – che così com’è risulta molto dispendiosa. A questo scopo, a quanto apprende l’Adnkronos, da fonti governative, la tecnostruttura dell’Inps competente per la materia è stata convocata dalle controparti dei due dicasteri per una ricognizione sulle possibili opzioni. Ma il tema dovrebbe approdare anche alla riunione di maggioranza di domani, venerdì 30 agosto. 

Allo studio nel governo ci sarebbe un prolungamento delle finestre di uscita a 6-7 mesi dagli attuali 3 per i lavoratori che optano per l’anticipo con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. Potrebbero inoltre non essere rinnovate né Opzione donna, né l’Ape sociale.  

Tra le misure allo studio dei tecnici anche un ritocco verso il basso del meccanismo di rivalutazione per gli assegni di importo più elevato. Sul tavolo del pacchetto pensioni c’è anche la proposta lanciata nelle scorse settimane dai sottosegretari leghisti all’Economia, Federico Freni, e del al Lavoro, Claudio Durigon, per destinare obbligatoriamente il 25% del Tfr alle forme integrative, alleggerendo così parzialmente l’onere a carico dello Stato.  

Tra le priorità del governo in manovra c’è la volontà di confermare il taglio del cuneo fiscale per 14 milioni di lavoratori e dell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Inoltre, a quanto si apprende, nella logica prosecuzione della riduzione della tassazione prevista dalla delega fiscale, coperture permettendo, il governo punta ad alleggerire il carico fiscale per il cosiddetto ceto medio, che non ha goduto né del taglio del costo del lavoro, né della semplificazione Irpef. Allo studio c’è dunque l’ipotesi di ridurre l’aliquota intermedia dal 35 al 33% e il rialzo da 50 a 60mila euro del limite del reddito per il secondo scaglione: uno schema che porterebbe benefici nelle tasche di circa 8 milioni di contribuenti. Il tutto è però condizionato dal reperimento delle risorse. Costo dell’operazione ‘ceto medio’ circa 4 miliardi.