Oltre 2.000 case vacanza in promozione prevalentemente in Toscana e centinaia di rapporti di lavoro irregolari: sì però le ditte erano estere e operavano a tutta insaputa del fisco italiano. A scoprire il giro di “organizzazioni occulte” è stata la guardia di finanza del comando provinciale di Arezzo.
Le due organizzazioni individuate dai finanzieri di San Giovanni Valdarno, attive nel settore turistico, erano riconducibili a soggetti economici stranieri e operavano sul territorio nazionale.
La “stabile organizzazione occulta”, si legge in una nota delle Fiamme Gialle, era annidata presso la sede di una società italiana che metteva a disposizione i suoi spazi fisici, il personale, i beni strumentali, la piattaforma informatica e la rete di contatti per lo sviluppo dell’intero business dell’impresa estera, consentendo, al soggetto straniero, di pubblicizzare e promuovere oltre 2.000 case vacanza, in buona parte ubicate in Toscana, senza fare emergere i redditi generati dalle commissioni derivanti dall’attività di intermediazione.
Nel secondo caso, invece, l’organizzazione riconducibile ad una società estera aveva assunto la veste formale di semplice ramo aziendale di quest’ultima, nonostante l’impiego in Italia di una struttura economica permanente con personale e mezzi impiegati nell’organizzazione e nell’esecuzione di tour promossi e commercializzati dalla società estera, attraverso un sito internet, nei confronti di clienti stranieri.
Il lavoro irregolare
Le attività ispettive hanno però portato ad appurare non soltanto una rilevante evasione fiscale, ma anche violazioni alla normativa sul lavoro.
I riscontri, per questo specifico aspetto, sono stati eseguiti dalla Finanza in sinergia con l’Ispettorato nazionale del lavoro, Inps ed Inail e hanno fatto emergere centinaia di rapporti di lavoro irregolari e l’omesso versamento di ritenute previdenziali e contributive.
Per i dipendenti che infatti curavano l’esecuzione dei tour turistici, non veniva effettuata alcuna trattenuta delle imposte sul reddito né le ritenute previdenziali, in quanto formalmente assunti da una ulteriore società estera e poi ‘distaccati’ in Italia senza formalizzare nel nostro Paese l’esistenza del rapporto di lavoro.
Tra questi lavoratori, 10 percepivano indebitamente misure di sostegno al reddito, in particolare assegno di disoccupazione e reddito di cittadinanza.
All’esito delle verifiche fiscali, i responsabili legali delle organizzazioni scoperte e i lavoratori irregolari che avevano illecitamente percepito il reddito di cittadinanza o l’indennità di disoccupazione sono stati denunciati alla procura di Arezzo.
Le organizzazioni stanno procedendo a versare allo Stato l’ammontare delle imposte accertate comprensivo delle sanzioni e degli interessi previsti.