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Golden View, “Disclosure” di Grace Lambert-Phillips per un nuovo modo di vivere lo spazio e la città

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Gli spazi di un ristorante elegante, raffinato e con vista su Ponte Vecchio diventano i luoghi di una mostra, Disclosure di Grace Lambert Phillips. Accade al ristorante Golden View, rinomato locale in via dei Bardi a Firenze, conosciuto per l’ottima cucina dello chef Andrea Candito e per la sua ottima cantina ma che dal 21 settembre scorso e fino al prossimo 17 novembre è la sede di questa mostra che raccoglie alcuni scatti fotografici dell’autrice insieme a due opere di Jack Vettriano provenienti direttamente dal suo studio ed esposte per la prima volta in quest’occasione in anteprima mondiale.

L’idea innovativa è di Tommaso Grasso proprietario del ristorante Golden View di Firenze, ed è il primo di una serie di appuntamenti, pensati per lanciare una nuova chiave di interpretazione degli spazi dove creare una commistione fra arte, cultura e buon cibo.

Con la mostra Disclosures vengono presentati al pubblico per la prima volta a Firenze alcuni scatti di Grace Lambert-Phillips che mettono in rapporto diretto e inedito due tematiche distinte eppure intimamente connesse della produzione dell’artista, accomunate dalla volontà di raccogliere testimonianze e racconti da offrire all’avvenire per comprendere meglio il passato e gettare nuove basi per il futuro. Il progetto espositivo infatti trova la sua ragione d’essere nell’etimologia stessa della parola “progetto”: dal latino «proièctus», a sua volta derivato dal verbo «proicere» (da pro- ‘avanti’ + jacere ‘gettare’), ovvero l’azione di gettare in avanti, proiettare idee da tradurre in realtà o semplicemente in nuove forme per arricchire l’immaginario delle nostre vite.

La mostra comprende infatti nel suo primo nucleo espositivo sei fotografie in bianco e nero dell’omonima serie, realizzate nei mesi successivi all’arrivo della fotografa per la prima volta nella città di Firenze nel settembre 2020. Il secondo lockdown, imposto dall’emergenza sanitaria poche settimane dopo il suo arrivo, ha permesso all’artista di vedere la città da un’altra prospettiva, quella di una Firenze diversa, immersa nel silenzio. In quelle settimane, infatti, senza la confusione causata dai tanti turisti che ogni anno si riversano in questa che è una delle città più belle del mondo, è emerso con forza delle vere e proprie rivelazioni: la storia della città, sepolta fino ad un attimo prima sotto il rumore delle folle, improvvisamente si faceva evidente davanti ai suoi occhi.

Sotto la Loggia dei Lanzi, il Perseo di Cellini, l’eroe mitologico che sconfigge Medusa, nella sua posa trionfante tiene la testa mozzata della Gorgone con una mano e la spada con l’altra; il suo eroico atto ha riportato l’ordine sul caos, come la famiglia Medici aveva fatto sulla città. Lo guarda fiero a poca distanza il Nettuno di Bartolomeo Ammannati, per Firenze “Il Biancone”. Il dio del mare ha i tratti di Cosimo I de’ Medici e la postura imponente: si erge su di un piedistallo con Scilla e Cariddi, mentre i suoi quattro cavalli del cocchio prendono vita rampanti. Dalle mani di Baccio Bandinelli si incarna a pochi passi Ercole, l’eroe dalla sovrumana forza che sconfigge il gigante Caco, proprio davanti al centro del potere civico Palazzo Vecchio, in una magnifica allegoria di autorità e giustizia riportata sulla città.

Ciò che forse era solo bellezza attrattiva per i tanti visitatori, nel silenzio della pandemia i monumenti sono ritornati ad essere simboli potenti della storia e dell’identità di Firenze, portatori di messaggi politici e sociali, icone dei valori identitari di una città e di una civiltà. La pietra e il marmo scolpiti dai grandi maestri hanno ripreso a parlare nel silenzio e, catturati in queste immagini dall’artista come testimonianze di vere e proprie rivelazioni, narrano una città riappropriata di se stessa, come se avesse ripreso vita ancora una volta per raccontare la propria storia.

Proprio da questa nuova prospettiva rivelatrice nasce il secondo progetto di Grace Lambert Phillips esposto in mostra: Grand Tour, la visione intima e delicata in tre scatti a colori degli interni di Villa Geggiano, una dimora storica magnificamente preservata, tappa del Gran Tour per molti viaggiatori in Toscana e in Italia. I

l Grand Tour era una pratica educativa e sociale che combinava l’apprendimento con l’esperienza culturale e personale, che faceva sì che i viaggiatori portassero con sé nuove idee, mode e influenze artistiche, contribuendo alla diffusione della cultura europea nei loro paesi di origine. Una pratica di scambio culturale che arricchiva le comunità e promuoveva un senso di identità condivisa e che vuole essere oggi per l’artista fonte di ispirazione da offrire a tutti i globe-trotter contemporanei. Uno stimolo quindi per essere viaggiatori e non turisti, e a domandarsi: “cosa possiamo apprendere dai viaggiatori di un tempo?” Una nuova presa di coscienza in questo senso, infatti, potrebbe rappresentare un passo importante verso una rinnovata consapevolezza e verso una maggior tutela delle città e dei loro pezzi di storia e di arte, affinché siano preservati per il futuro e educhino i turisti del XXI secolo a diventare nuovamente viaggiatori.

Infine, le due opere inedite di Jack Vettriano, presenti nel percorso espositivo, sottolineano il legame di Grace non solo con l’arte fin da sempre ma anche con l’artista  di cui è stata musa e collaboratrice, fino ad arrivare alla sua attuale vocazione di custode della tradizione, della storia e della cultura italiana ed europea attraverso le sue narrazioni fotografiche e i progetti portati avanti dalla Lambert Phillips Foundation da lei fondata e che si occupa di preservare e condividere il patrimonio culturale attraverso le arti visive come la fotografia, il cinema e i racconti scritti. Fondata a Londra e ora con sede a Firenze, collabora con istituzioni pubbliche, enti di beneficenza e aziende private.

La mostra è stata curata dallo storico dell’arte francese di fama internazionale Thierry Morel, attuale direttore e curatore dell’Hermitage Museum Foundation di San Pietroburgo, un’organizzazione che supporta il celebre museo russo nella conservazione e diffusione del proprio patrimonio artistico.

Orari: La mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 14:30 alle 18:00 prenotando a info@goldenview.it / tel 055 214502