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Il nuovo corso di Podere Marcampo

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di Elisabetta Failla

Siamo tornati a Podere Marcampo, azienda vitivinicola e agriturismo nei dintorni di Volterra, dopo alcuni anni. Anni complicati che hanno visto Claudia Del Duca prendere le redini dell’azienda di famiglia dopo la scomparsa del padre Genuino che, insieme alla moglie Ivana, ha voluto fortemente realizzare il suo sogno, quello di produrre vino, con Podere Marcampo.

Lui, abruzzese di nascita, si era innamorato di quella terra fatta di saline e “balze” tanto da desiderare di svolgere attività a contatto con il territorio che aveva conosciuto grazie al suo lavoro nell’Arma dei Carabinieri.

Genuino Del Duca, sua moglie Ivana e la figlia Claudia (foto di repertorio)

Dopo vent’anni si era congedato per iniziare, sempre con la “sua” inseparabile Ivana, l’attività ristorativa prima a Saline di Volterra con il Vecchio Mulino e poi, dopo circa 10 anni con l’Enoteca Del Duca, nel centro di Volterra dove portano avanti l’attività di ristorazione per circa 30 anni.

Nel 2003 la famiglia Del Duca acquista Marcampo, un podere dei primi anni del Settecento ridotto ad un impraticabile rudere a seguito dell’abbandono avvenuto verso il 1950, che viene ristrutturato per realizzare la sede dell’azienda vitivinicola e l’agriturismo nel cuore del Parco Naturale delle Balze e dei Calanchi per produrre vino sulle colline volterrane. Un’idea che forse poteva sembrare assurda allora ma Genuino Del Duca vedeva lontano e sentiva che quello era il posto giusto per iniziare questa nuova attività.

Genuino era l’anima di questo luogo e svolgeva il suo lavoro di vigneron con amore e gioia nel veder crescere i vitigni che aveva piantato e curato. Con lui, oltre alla moglie, nel 2012 ha iniziato a lavorare sua figlia Claudia, a cui piano piano stava passando il testimone, che ha portato aanche una visione innovativa del lavoro.

Sono passati anni molto impegnativi alla ricerca di un equilibrio sia professionale che familiare. Viene cessata l’attività nella ristorazione, decisione sofferta ma necessaria, per dedicarsi completamente a Podere Marcampo sia dal punto di vista della produzione vinicola che dell’ospitalità. Con l’agriturismo offre vengono organizzate cene, corsi di cucina, degustazioni di vini che raccontano la storia di un territorio ricco di tradizioni antiche legate anche alla viticoltura, come ci testimoniano i ritrovamenti Etruschi ma anche alla famiglia Del Duca. Volterra oggi si sta aprendo al panorama vitivinicolo nazionale, e Podere Marcampo è stato fra i primi a credere nelle potenzialità di questi terreni.

In questa zona I suoli di origine sedimentaria e ricchi di depositi marini, sono arricchiti da marne argillose bluastre. La loro caratteristica è quella di avere una buona permeabilità e un’ottima resistenza alla siccità, le radici si ramificano non troppo in profondità favorendo così la crescita della pianta e del suo frutto in maniera lenta e graduale. La scelta iniziale fu appunto di piantare un merlot che potesse maturare non troppo precocemente e che potesse racchiudere nei suoi frutti tutta quella grande quantità di minerali che questa terra era disposta a cedergli.

Così nel 2003 il progetto prende forma e iniziano i lavori della ristrutturazione del rudere, che diventerà la casa padronale con annesso agriturismo, piscina, cantina di lavorazione delle uve e affinamento. Nel frattempo partono anche i lavori dei nuovi impianti nei vigneti, due ettari circa, posizionati fra i 140 a 245 metri sul livello del mare. Oggi con i nuovi impianti che risalgono al 2017 l’azienda è arrivata a 5 ettari complessivi, tutti adiacenti la cantina suddivisi fra: merlot, sangiovese, pugnitello, ciliegiolo e vermentino. L’azienda è certificata biologica dal 2021, anche se da sempre hanno condotto i vigneti seguendo questa linea.

Con la scomparsa di Genuino, la famiglia Del Duca ha ritrovare un nuovo assetto sia lavorativo e familiare anche grazie al matrimonio di Claudia con Andrea Carabei, avvenuto lo scorso anno. I grandi cambiamenti lavorativi sono avvenuti dal momento in cui Claudia ha preso in mano le redini dell’azienda aiutata dalla dolcissima quanto determinata madre Ivana e dal marito.

Claudia Del Duca

“la scelta di non fare più ristorazione è risultata ottima – spiega – perché così ho potuto concentrarmi meglio sulla produzione vitivinicola. Ho iniziato a pensare e a fare valutazioni che potessero portare ad una migliore produzione, tenendo sempre conto della sostenibilità ambientale”. La prima cosa è stata quella di cambiare la conduzione agronomica, avuta fino ad ora, cercando di “sfruttare” sempre la vigna in modo sostenibile. “Abbiamo iniziato con la lavorazione diversa del terreno, per esempio fare inerbimento a filari alternati in modo naturale, per poi tagliare e lasciare in vigna, in modo da far trattenere l’umidità che si forma durante le fresche notti volterrane. Questa pratica – prosegue – è risultata utile, a causa del cambiamento climatico che ci porta ad avere estati più siccitose e calde, la sfida di tutti noi è quella di cercare soluzioni utili per controbattere almeno in parte a questo. Ci siamo resi conto che pratiche colturali che si facevano alcuni anni fa oggi sono superate. Abbiamo anche fatto dei trattamenti con alghe e bucce di arancia per rendere un po’ più produttiva la pianta, da considerare che la produzione media al momento è di 30 ql/ha. Già da quest’anno la produzione si è incrementata, e il grappolo risulta essere più equilibrato in fatto di rapporto buccia/polpa, con una gradazione più bassa rispetto agli anni passati”.

Inoltre, dalla vendemmia 2022 tutta la parte produttiva è stata affidata all’enologo Luca Rettondini.  A Luca non piace intervenire in cantina, pertanto il focus principale è produrre al meglio nella vigna. Inoltre la ricerca di maggiore freschezza del frutto è fondamentale. Altra cosa interessante sarà di provare strade diverse per l’affinamento dei vini, lasciando spazio alle sperimentazioni. L’obiettivo di Claudia è quella di imparare a conoscere veramente i suoi vigneti anche attraverso piccole sperimentazioni per poter avere dei riscontri importanti fra vitigno/territorio, e farne bagaglio per affrontare le prossime vendemmie.

L’enologo Luca Rettondini

Dall’anno scorso è stata fatta una prima sperimentazione con uno spumante a base vermentino, appena 6 bottiglie prodotte, quest’anno un’altra prova con un’uva a bacca nera di 30 bottiglie di cui ancora non si sanno i risultati. Claudia sta anche cercando altri terreni per aumentare gli ettari produttivi che abbiano anche la giusta esposizione e tutti i parametri adatti per la situazione odierna dovuti anche al cambiamento climatico.

Siamo arrivati a Podere Marcampo per vivere due giorni all’insegna del relax, del buon cibo, del buon vino ma anche della cultura. Il tempo non era dei migliori visto che ha diluviato causando in zone vicine allagamenti e tanti altri problemi. Ma La visita al Museo Etruschi Guarnacci, organizzata da Claudia nel pomeriggio del primo giorno, ci ha fatto conoscere un luogo affascinante con reperti archeologici etruschi interessantissimi. Grazie quindi all’accoglienza del Direttore Fabrizio Burchianti e alla bravissima guida Dott.ssa Stefania Piunti che ci ha fatto entrare in un mondo antico e molto interessante. Valeva la pena di camminare sotto una bomba d’acqua per vederlo!

Ma quello che più ci ha fatto piacere è stata l’accoglienza di Claudia, Ivana e Andrea che ci hanno fatti sentire come parte di una grande famiglia. La sera, infatti, abbiamo partecipato ad un’ottima cena preparata dall’infaticabile Mamma Ivana nel corso della quale abbiamo degustato, in abbinamento ai piatti della tradizionale locale, le bistecche e ai tipici arrosticini abruzzesi, i seguenti vini: Terrablu 2023 (Vermentino 100%), Genuino 2022 – (Sangiovese 80% e Merlot 20%), Severus 2016 – (Sangiovese 100%) e Giusto alle Balze 2015 e 2012 (Merlot 100%). Infine, prima della cena Claudia ha stappato una delle ultime bottiglie di spumante rifermentato prodotto con Vermentino 2023, davvero piacevole sia la naso che al palato.

Il giorno successivo ci siamo svegliati con il sole e ne abbiamo approfittato per un breve giro dall’alto delle vigne prima della degustazione dei vini di Podere Marcampo.

Marcampo Igt Toscano Rosso 2022, 2021, 2020. Questo vino è prodotto con un blend di 50% Merlot e 50% Sangiovese. Le uve, selezionate già in vigna, vengono raccolte manualmente e fermentano in acciaio per circa 10 giorni. Dopo aver effettuato la malolattica i due vini affinano separatamente in tonneaux di terzo e quarto passaggio prima di essere uniti e quindi imbottigliati. Pur considerando tre annate diverse fra loro, ricordiamo che la 2020 è stata molto siccitosa sia in primavera che estate, il vino conserva la sua complessità con un buon equilibrio, il suo carattere, la sua freschezza e persistenza. Interessante la 2020 dove i tannini, sempre ben presenti senza essere prepotenti, reggono ancora marcando ancora il suo carattere. È un vino comunque piacevole in tutte e tre le annate: forse più profumato nel 2022, più equilibrato nel 2021 e più complesso nel 2020.

Severus Igt Toscano Rosso 2020, 2019, 2018. Prodotto con Sangiovese, le cui uve sono sempre selezionate in vigna e raccolte manualmente e fa la fermentazione in acciaio. Dopo la malolattica, affina in botti di Slavonia da 20 ettolitri. Questo vino, esclusivamente a base di Sangiovese, il tutte e tre le annate mostra un certo equilibrio e una buona morbidezza. I tannini sono integrati e bilanciati dalla freschezza, dall’acidità e dalla freschezza. Buona la persistenza. Severus mostra anche una bella complessità anche al naso dove i fiori rossi, la ciliegia e i frutti rossi, le spezie e i sentori del legno sono ben amalgamati. In particolare la 2020 fore è quella in cui l’equilibrio non è così definito. Buon segno perché può migliorare ancora (è l’annata più giovane) e siamo curiosi di degustarla fra qualche anno.

Giusto alle Balze Igt Toscano Rosso 2020, 2019, 2018. Questo è un vino prodotto con Merlot 100%. An che in questo caso le uve, dopo essere state selezionate in vigna e raccolte manualmente, svolge la fermentazione in acciaio. Dopo la malolattica in barrique, affina un anno in tonneaux di primo e secondo passaggio prima di essere imbottigliato. Profumatissimo, soprattutto la 2019, la sua complessità inizia al naso per terminare nel palato. Questo è un vino a base di Merlot non banale che rappresenta il suo territorio. La sua caratteristica principale è la piacevolezza: si assaggia e si vorrebbe continuare a farlo. Morbido, fresco, sapido piuttosto equilibrato, in particolare sempre la 2019, ha tannini presente ma non fastidiosi che nella 2018 sono forse ancora più evidenti dando ancora oggi, dopo qualche anno, un bel carattere.

Ricordiamo anche altri due vini di Podere Marcampo: Terrablu (vermentino) e Larthia (pugnitello 50%, ciliegiolo 50%) ma è in programma anche l’uscita di una nuova etichetta a Base di ciliegiolo in purezza. L’avventura continua nel segno della continuità del fondatore Genuino del Duca ma anche della dinamicità grazie al nuovo capitano. La bravissima Claudia.

Finita la degustazione abbiamo visitato la cantina, ristrutturata nel 2019 dall’architetto Marco Giampellegrini dove l’enologo Luca Rettondini ci ha fatto degustare un campione da botte dell’ultima annata che sembra promettere davvero bene. Un ambiente sostenibile, semplice ma elegante dove, tra le barrique, campeggia il logo di Podere Marcampo, un’opera realozata dal Maestro Giorgio Pecchioni in alabastro e agata. “L’idea era quella di creare un’ambiente che rispecchiasse la nostra famiglia – racconta Claudia – che fosse un luogo piacevole e accogliente circondato da altrettanta bellezza naturale dei nostri paesaggi”.

La nostra due giorni tra balze volterrane sta per finire ma non prima di aver degustato i vini in abbinamento ad un ottimo pranzo realizzato dallo chef Alessandro Calabrese che ha fatto parte della famiglia per alcuni anni come l’executive chef dell’Enoteca De Duca ma con esperienze pregresse da Arnolfo a Colle Val d’Elsa. Gaetano Trovato, il suo mentore, da cu impara il rispetto della materia prima e che per rendere un piatto di carattere ed equilibrato bisogna togliere gli ingredienti anziché aggiungerli. Adesso è a capo della brigata di cucina di Osteria Bis sempre di Gaetano Trovato a Colle Val d’Elsa