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Settimana corta nell’Esercito italiano, come funzionerà

Adnkronos
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(Adnkronos) – Settimana corta anche per l’esercito italiano. E’ quanto si legge oggi, 11 novembre, sulla circolare che, spiega l’associazione sindacale professionisti militari, “ufficializza la possibilità di adottare una settimana lavorativa corta, articolata su 4 giorni anziché 5, per il personale militare in specifiche condizioni operative e ambientali”. “Rappresenta una vittoria importante per il nostro lavoro” commenta il segretario generale l’Aspmi Francesco Gentile. 

“Da sempre, infatti, sosteniamo che l’attuale direttiva sull’orario di lavoro sia già adeguata a consentire tale flessibilità senza necessità di ulteriori normative o interventi che rischierebbero di distogliere l’attenzione da questioni più urgenti e rilevanti al tavolo contrattuale. Consapevoli delle sfide quotidiane del personale militare, abbiamo preferito orientare i nostri sforzi verso una richiesta chiara e concreta: invece di sollecitare nuove normative, abbiamo chiesto allo Stato Maggiore un’integrazione che eliminasse qualsiasi margine di ambiguità interpretativa, rendendo applicabile la settimana corta in modo diretto e immediato. Già la circolare di luglio aveva aperto la strada a questa possibilità; con il nuovo documento, si specifica ora chiaramente che il personale militare può essere impiegato su una base di 4 giorni lavorativi settimanali, qualora ricorrano le condizioni operative necessarie”.  

“Il documento – prosegue il sindacato – esplicita che il Comandante di Corpo può riarticolare l’orario di lavoro dell’intera unità o di una parte di essa in risposta a esigenze specifiche, adattando le giornate lavorative, con l’opzione di ridurle a 4 o estenderle a 6, a seconda delle necessità operative. Questa riarticolazione si rivela quindi uno strumento gestionale prezioso, che permette ai Comandanti di Corpo di mantenere la continuità operativa dei reparti e garantire allo stesso tempo una maggiore attenzione alle condizioni del personale”. 

“La direttiva ribadisce l’importanza di distinguere tra ‘riarticolazione dell’orario di servizio’ e ‘flessibilità individuale’. La prima si riferisce a una misura collettiva, applicata per specifiche esigenze operative dell’unità, senza tenere conto delle esigenze personali dei singoli militari. La flessibilità individuale, invece, consente al militare di adattare il proprio orario giornaliero (entro una fascia di inizio tra le 7 e le 9 e una fascia di fine tra le 15:30 e le 17:30) su richiesta e previa autorizzazione del Comandante, che conserva la facoltà di revocarla se incompatibile con il servizio”.  

“Questa circolare – conclude Gentile – rappresenta una vittoria significativa per Aspmi e per l’approccio pragmatico e risoluto con cui portiamo avanti i diritti dei militari. Abbiamo preferito agire in modo pratico, puntando su chiarimenti concreti che accelerassero l’implementazione delle misure, anziché richiedere normative aggiuntive che avrebbero potuto rallentare l’applicazione. Grazie a questa nostra iniziativa, il personale militare potrà ora beneficiare di una flessibilità che garantisce un equilibrio tra le necessità personali e le esigenze operative, rafforzando il benessere dei militari senza compromettere l’efficienza delle unità operative”.