Migliorano le condizioni della bimba di un anno e mezzo e ”stanno bene” lo zio della piccola, un giordano 45enne e una sua collega italiana, quarantenne, ricoverati a Firenze in isolamento per la Nuova Sars. Intanto stamani al policlinico di Careggi controlli – effettuati tamponi, i risultati si dovrebbe conoscere in serata – su una decina e piu’ di persone, tra colleghi e familiari degli adulti ricoverati. ”Sono stati decisi in via eccezionale, per estrema precauzione, le persone sono tutte asintomatiche” spiega Giuseppe Petrioli, responsabile della prevenzione per l’Asl di Firenze. Nessun nuovo ricovero. Complessivamente sono una cinquantina i ”sorvegliati”, tra parenti e colleghi dei ricoverati oltre ai sanitari che hanno preso in cura per primi il giordano. Per loro riservato anche un numero per informazioni e segnalazioni di eventuali sintomi. Per la bambina, ricoverata al Meyer, stamani ”la febbre e’ diminuita – fa sapere l’ospedale -, rimane in isolamento in via precauzionale”. I due pazienti adulti ”stanno bene”, spiega poi Alessandro Bartoloni, responsabile del reparto di malattie infettive e tropicali dell’Aou di Careggi che li ha in cura entrambi. Il 45enne, e’ quasi guarito, si spiega dal policlinico. ”E’ sempre ricoverato qui – aggiunge Bartoloni – per precauzione, monitorizziamo la presenza del virus, quando sara’ negativo e saremo sicuri potra’ uscire”. ”Precauzionalmente messa in isolamento anche la donna, ma non ha disturbi che preoccupano, un po’ di febbre e tosse”. ”Per ora i dati sono buoni, per la gravita’ – aggiunge -, quello che vogliamo capire e’ se il virus diffondendosi magari possa colpire persone che hanno difese piu’ basse, l’attenzione continuera’ per un periodo perche’ chi avesse bisogno venga indirizzato a centri come questo di Careggi”. Riguardo alla diffusione del virus, Bartoloni spiega che e’ stato ”appurato che i tre hanno avuto un tempo di contatto significativo, quindi c’erano i presupposti perche’ potesse essere trasmesso il virus, hanno avuto un contatto ravvicinato. Poi dobbiamo capire se queste persone abbiano potuto trasmetterlo ad altri, e quindi se si possa essere diffuso tra persone un po’ piu’ lontane rispetto al caso”.