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Elezioni Consorzi di bonifica. A cosa servono se non a creare nuove poltrone?

admin
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elsa“Ci si avvicina velocemente alle elezioni dei nuovi consorzi di bonifica e leggo che c’è chi ritiene che queste elezioni siano troppo costose e di dubbia utilità! Vorrei ricordare che le elezioni sono previste dalla normativa nazionale sui Consorzi e che al momento della approvazione della nuova legge regionale, la 79/2012, non si poteva non rendersi conto che andare in questa direzione sarebbe stato inevitabile.

Addirittura, ci sarebbero troppi seggi, 310 per l’intera Toscana, e quindi troppi costi. Ma la partecipazione, l’esercizio di un diritto democratico che la legge assegna a coloro che pagano le cartelle della Bonifica, la possibilità di partecipare con i propri eletti al Governo dei nuovi Consorzi, sono proprio elementi di scarso interesse, misurabili solo con il costo delle elezioni? Non mi sembra! Se poi si pensa che per i cittadini dell’intera montagna toscana, si tratterà di andare al voto per la prima volta, una diffusione capillare dei luoghi dove esercitare il diritto di voto, appare assolutamente necessaria, e come Uncem Toscana l’abbiamo chiesta e ritenuta una priorità.

Anzi, Uncem Toscana insieme ai Sindaci di questi territori, esprime la preoccupazione che i centri decisionali si allontanino dai propri territori con il rischio dell’abbassamento dell’attenzione e dell’intervento su un tema fondamentale quale è quello della difesa del territorio. Quindi, un invito alla popolazione montana a partecipare per poter poi contare nei nuovi Enti. Nè ha alcun senso continuare a parlare dei “risparmi” che la riduzione degli Enti, da 26 a 6 porterà :in montagna dirigevano la bonifica le Unioni e i Sindaci e in quanto già amministratori, erano a costo zero e, ad onor del vero, anche nei Consorzi dopo la legge regionale del 2008, i costi della politica erano stati fortemente ridotti.

Non è da qui quindi che si potranno ricavare risorse significative per il piano di difesa idraulico-forestale necessario per la Toscana, la cui stima si avvicina molto al miliardo di euro!

A meno che qualcuno non preferisce, in barba a tutti i proclami della partecipazione e dell’esercizio della democrazia, un’altra schiera di nominati dalle forze politiche, magari direttamente in Consiglio regionale. Comunque noi rimaniamo convinti che non tanto per una questione di costi che praticamente, come detto, è di scarso peso, ma di rappresentanza reale di un territorio, sono i Sindaci che dovrebbero dirigere questi enti, in quanto rappresentanti eletti dall’intera comunità e garanti degli interessi generali del territorio. Che, tra l’altro, è quanto sembra si stia discutendo anche a livello di Governo, crisi permettendo!”

Oreste Giurlani

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