Domani, con inizio alle 13,15, dal cuore di Montecatini Terme, scatteranno le lancette dei cronometri, che si fermeranno 57,900 chilometri dopo, a Firenze. Una prova tutta d’un fiato, senza appelli, palpitante e incerta, difficile da leggere e da interpretare e con un unico favorito (o quasi): lo svizzero di sangue italiano Fabian Cancellara, gia’ campione iridato nel 2006 come nel 2007, nel 2009 come nel 2010. Con un intervallo olimpico a Pechino dove, sempre nella crono, si vesti’ d’oro, sfidando l’umidita’ e la canicola dell’estate cinese. Proprio lui che viene da Berna e che, nei giorni scorsi, ha ostentato sicurezza, non presunzione. “Sono tranquillo e concentrato, non certo favorito. I candidati semmai sono altri”, ha tenuto a sottolineare ‘Spartacus’, padre lucano e, a 32 anni, ancora tanta fame di gloria. In effetti il lotto di avversari dello svizzero volante e’ altamente qualificato: si va dall’olimpionico di Londra, sir Bradley Wiggins, fresco di successo al Giro di Gran Bretagna, a Taylor Phinney, il simpatico statunitense che sali’ alla ribalta l’anno scorso, vestendo per qualche giorno la maglia rosa al Giro; al tedesco Toni Martin, argento olimpico a Londra e vincitore degli ultimi due titoli iridati. Per ultimo, intorno alle 15,12, partira’ proprio l’ex tedesco dell’est, prima di lui Cancellara, Wiggins e Phinney, quindi il primo azzurro in gara, Adriano Malori, che formera’ una coppia apparentemente senza chance di podio con Marco Pinotti, l’ingegnere che ama le imprese disperate e che rappresenta il meglio delle sfide contro il tempo. ”Io e Malori possiamo ambire a posizionarci tra i primi dieci, speriamo il piu’ vicino possibile al podio”, ha detto Pinotti. ”Il percorso mi si addice ma pronostici non ne voglio fare – ha commentato l’altro azzurro – tanto non li azzecco mai”. Il ct Bettini e’ fiduzioso, pur senza farsi illusioni: “E’ una gara lunghissima che potrebbe esaltare le caratteristiche di Malori. Le sensazioni sono buone – ha affermato il tecnico della Nazionale – e se i nostri due atleti partono tra i top ten non e’ certo un caso. Dipendera’ tutto dalle situazioni che si verranno a creare, dalle gambe e, soprattutto, dalla testa”. La prova, infatti, e’ lunga, per questo ancora piu’ difficile e complicata: serviranno potenza, altissimo profilo aerodinamico e tanta concentrazione,. Il percorso e’ piatto e ricorda una delle prove contro il tempo tipiche del Tour. Ecco perche’ al ‘baronetto’ inglese Wiggins gia’ fischiano le orecchie.